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Caro materiali, Busia: senza adeguamento prezzi solo gare deserte, sospese o vinte da «furbetti»

Il presidente dell'Anac: la gara sospesa dal Tar a Fiumicino conferma l'urgenza di un riequilibrio contrattuale delle gare in corso e di verificare la congruità dei costi sui bandi

di Massimo Frontera

«L'ordinanza di sospensiva del Tar del Lazio della gara per il primo lotto del nuovo porto commerciale di Fiumicino conferma quanto Anac va dicendo da tempo: il prezzo a base di gara non può prescindere da una verifica puntuale della congruità rispetto a costi e prestazioni». Così il presidente dell'Anac, Giuseppe Busia, commenta l'accoglimento dell'istanza cautelativa da parte del Tar Lazio di alcune imprese e della stessa associazione dell'Ance del bando di circa 43 milioni lanciato dall'Autorità portuale del Tirreno per lavori a mare per il porto di Fiumicino. L'ennesimo episodio di gare stoppate a causa della mancata corrispondenza tra i listini presi a riferimento dalla stazione appaltante e i reali valori di mercato offre al presidente dell'Anac l'occasione per ribadire quanto da tempo stanno affermando gli operatori economici. E cioè che «serve un urgente intervento normativo per la revisione dei prezzi negli appalti così da far fronte agli esorbitanti incrementi delle materie prime». Un adeguamento che secondo Busia non può essere limitato ai lavori che deve essere esteso anche a servizi e forniture.

Busia ricorda di aver inviato «nei mesi scorsi una richiesta formale» in tal senso ai ministri delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico, Enrico Giovannini e Giancarlo Giorgetti, e al presidente della Commissione Bilancio del Senato, Daniele Pesco. «I meccanismi di adeguamento - osserva Busia - devono funzionare sia al rialzo quando i prezzi crescono, sia al ribasso, quando si riducono: non possiamo pensare alla sospensione di tutte le gare in corso; vanno stabiliti con urgenza meccanismi che consentano di riguadagnare un equilibrio contrattuale, tenendo conto dei costi reali». Diversamente, prevede il presidente dell'Anac, «o alle gare non partecipa nessuno, oppure solo chi poi chiederà varianti con aumento dei prezzi». Oppure, appunto, «accadrà quanto abbiamo visto in questo caso del Porto di Fiumicino, con l'intervento del Tar che accoglie il ricorso e sospende la gara».

Busia prospetta l'eventualità che «si vanificherà lo sforzo del Pnrr, perché le gare di appalto andranno deserte, o favoriranno i "furbetti" che punteranno subito dopo l'aggiudicazione a varianti per l'aumento dei prezzi. Molto meglio stabilire dei meccanismi trasparenti e sicuri di indicizzazione, così da favorire un'autentica libera concorrenza e apertura al mercato plurale, e serietà in chi si aggiudica l'appalto». Il ragionamento non può neanche essere limitato alle gare di prossima pubblicazione, ma «serve intervenire anche per le gare già in corso: l'incremento dei prezzi delle materie prime ha un impatto sui contratti in corso e quelli in fase di aggiudicazione». «Per i contratti in corso - ribadisce il presidente Anac - le condizioni di esecuzione possono divenire proibitive per gli operatori economici se non esistono meccanismi di adeguamento dei prezzi chiari, che possono essere azionati con tempestività».

Se non si agisce ora, la situazione non può che peggiorare, considerando che «il forte incremento dei prezzi dei prodotti energetici degli ultimi mesi - prevede Busia - produrrà una spinta alla crescita dei prezzi dei beni e servizi detti energivori o che comunque utilizzano molta energia e ciò determinerà ulteriori spinte sui prezzi e renderà più difficile proseguire con i contratti in corso senza misure di compensazione».

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