Imprese

Caro-materiali, è impasse sui ristori alle imprese: pagato solo il 15% del previsto tra 2021 e 2022

La denuncia dell'Ance in audizione di fronte alla commissione Attività produttive della Camera. Deluse le attese di una soluzione con il decreto Pnrr 3

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di Mauro Salerno

Nonostante gli annunci e le promesse di fare in fretta, è ancora in impasse il meccanismo delle compensazioni alle imprese di costruzioni con i bilanci appesantiti dall'esplosione del costo dei materiali edilizi, registrata negli ultimi due anni. Proprio mentre si apre il nuovo, potenzialmente sanguinoso, fronte dello stop alle cessioni dei crediti fiscali sui bonus edilizi, deciso ieri dal Governo con un decreto legge già in vigore da oggi, i costruttori si trovano a dover ancora fare i conti con le mancate compensazioni degli extra-costi del caro-materiali.

Il quadro dei pesanti ritardi nei trasferimenti alle imprese da parte delle stazioni appaltanti è emerso nel corso dell'audizione tenuta oggi dall'Ance, rappresentata dal vicedirettore generale Romain Bocognani, di fronte alla commissione Attività produttive della Camera.

I numeri evidenziati da Bocognani danno il senso preciso dello stallo. Solo il 13% dei fondi stanziati per fare fronte ai maggiori costi sostenuti dai cantieri in corso nel secondo semestre 2021 è stato corrisposto alle imprese. Ancora peggiore è la situazione relativa ai fondi relativa al periodo gennaio-luglio 2022 con pagamenti limitati al 2 per cento. Inutile parlare dei fondi relativi al periodo agosto-dicembre 2022 per i quali è stata appena aperta l'istruttoria.

«Con questo ritmo - ha attaccato Bocognani -, le imprese aspetteranno ancora anni prima di essere ristorate. In questo contesto, sussiste il concreto rischio che anche gli appalti in corso, a partire da quelli del Pnrr, si fermino per la mancanza di liquidità dovuta ai ritardi nei riconoscimenti alle imprese».

Al riguardo, l'Ance ha individuato due proposte. La prima riguarda la possibilità per il ministero delle Infrastrutture di anticipare alle stazioni appaltanti una parte dei fondi per il caro materiali richiesti nel 2022 e non ancora erogati. «Solo considerando le opere in corso non prioritarie (non Pnrr) - ricorda il vicedirettore dell'Ance - , al momento risultano ancora da istruire circa 11.000 domande». La proposta sarebbe immediatamente fattibile anche perché «le richieste formulate sono inferiori alla dotazione dei fondi».

La seconda proposta riguarda la possibilità di accedere ai fondi per il caro materiali per il 2023 anche per chi ha avuto accesso ai fondi destinati alle opere in corso nel 2022, «superando il "sorprendente" divieto contenuto nella Legge di Bilancio 2023». «Si tratta di risorse utilizzabili per lavori eseguiti in annualità diverse, pertanto la limitazione prevista non appare giustificabile ed al contrario, è fortemente negativa perché i cantieri rischiano di bloccarsi». Le attese di una soluzione con il decreto Pnrr 3, varato ieri dal Governo, sono per ora rimaste deluse. Anche per questo, ha concluso Bocognani «per l'Ance risulta prioritario introdurre strutturalmente una revisione prezzi basata sugli standard europei e internazionali». Dunque con un meccanismo dinamico e automatico.

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