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Caro-materiali, immobilismo inaccettabile: subito un provvedimento per compensare le imprese

INTERVENTO. Cantieri a rischio: se il Governo riconosce l'esistenza del problema deve porvi immediatamente rimedio

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di Edoardo Bianchi (*) e Antonio Ciucci (**)

Siamo nel momento di massimo impegno da parte del Governo per porre definitivamente sotto controllo, grazie alla campagna vaccinale, la pandemia sanitaria e contemporaneamente porre le basi affinché la pandemia economica subisca un arresto e la ripresa possa avere inizio.

Le previsioni del Pnrr e del Recovery costituiranno lo strumento, ed in alcuni casi il fine, per consentire l'avvio di una nuova stagione di riforme ed investimenti. È necessario, però, che i cantieri già aperti (cioè in corso di esecuzione) possano continuare ad avanzare perché costituirebbe un controsenso programmare nuovi lavori e, nel frattempo, bloccare/chiudere quelli faticosamente già avviati.

Ebbene vi è una patologia che, se non affrontata risolutamente e tempestivamente, rischia di bloccare i cantieri già aperti e non consentire l'apertura di nuovi. Parliamo dell'aumento eccezionale dei prezzi registrato a partire da ottobre 2020 fino ai giorni nostri che ha reso problematico, rectius impossibile, approvvigionare i cantieri per tutta una serie di prodotti quali l'acciaio, il polietilene, il Pvc, il cemento, il legno, il rame, il bitume.
Trattasi con tutta evidenza di prodotti essenziali che costituiscono la base di ogni produzione di cantiere che interessa sia il settore delle opere pubbliche che del mercato privato. Parliamo di aumenti che tutti i mezzi di rilevamento sono concordi nello stimare come rilevanti e tali da compromettere qualsiasi equilibrio contrattuale.
Questo fenomeno riguarda non solo il nostro Paese ma anche il continente Europeo e financo sta mietendo vittime oltre oceano.

Unitamente all'aumento dei prezzi si registra una impossibilità a programmare qualsiasi piano di approvvigionamento dei cantieri perché le industrie produttrici non sono in grado, considerato la volatilità dei prezzi, di garantire forniture con un arco temporale che vada oltre i 10/15 giorni. Vengono richiesti pagamenti all'ordine senza i quali nessun ordine viene evaso e messo in produzione. Diverse stazioni appaltanti, sia centrali che periferiche, hanno evidenziato e denunciato il rischio che a breve la produzione dei cantieri di rispettiva competenza potrebbe bloccarsi per la carenza di approvvigionamenti di materie prime.

Non vogliamo qui indagare le cause, non è questa la sede, ma intendiamo qui chiamare in causa l'intera classe politica di questo Paese perché senza ulteriori indugi adotti un provvedimento che ponga rimedio a questo eccezionale e straordinario aumento dei prezzi.
Abbiamo assistito in queste ultime settimane a prese di posizione di pressoché tutto l'arco parlamentare, non vi è giorno che non vi siano articoli che evidenziano la drammaticità, in continuo aumento, di questo vulnus. Diversi e da più parti sono stati gli appelli affinché si ponga un argine a questa deriva che può determinare un effetto domino rispetto ai primi flebili segnali di riavvio e ripresa della produzione.

Anche l'Anac sottolinea la necessità che venga adottata una misura normativa eccezionale senza la quale le stazioni appaltanti sono impossibilitate a riconoscere alcunché. Sono oramai più di sei mesi che questa impennata dei prezzi di acquisto di diverse materie rime non accenna a diminuire.

Occorre un provvedimento che introduca un meccanismo di compensazione, finalizzato al riequilibrio contrattuale, per i lavori relativamente ai quali erano state formulate offerte di gara ante ottobre 2020. Ovviamente, al di là degli incrementi rilevati, le imprese richiedenti dovranno dimostrare l'effettivo e concreto sostenimento dei rincari attraverso la esibizione di specifica documentazione a comprova.

Il mondo della produzione non può aspettare oltre ed assistere inerme al balletto del Decreto Sostegni 1 o del Decreto Semplificazioni bis oppure del Decreto Sostegni bis.
Nei Decreti in corso di conversione o in quelli di prossima adozione non vi è traccia di alcun provvedimento al riguardo. Questo non è accettabile.

Se il problema non sussiste è allora giusto che non vi sia alcun provvedimento ma chiediamo al Governo di fornirci la risposta da dare ai nostri fornitori che di settimana in settimana ci chiedono adeguamenti contrattuali crescenti. Se quanto denunciato, invece, fosse vero non è allora accettabile il prolungarsi di questo mefitico immobilismo rimandando sempre a provvedimenti futuri la soluzione. Serve un provvedimento straordinario che oggi non domani dia una risposta al problema.

(*) Vicepresidente Ance con delega alle opere pubbliche
(**) Vicepresidente Acer con delega alle opere pubbliche

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