Imprese

Caro-materiali, imprese in pressing su Draghi: urgente mettere in sicurezza i cantieri in corso

Buia (Ance) scrive al premier chiedendo un nuovo decreto. Busia (Anac): clausole revisione prezzi insufficienti per i beni energetici

di Mauro Salerno

Aumenta l'allarme e il pressing delle imprese di costruzione per trovare una soluzione all'impennata dei prezzi dei materiali che ha messo in crisi i cantieri italiani. In pericolo non ci sono, come si ripete ormai da settimane, "solo" i nuovi cantieri del Pnrr, ma tutti i lavori delle opere pubbliche già in corso o in procinto di andare in esecuzione. Dopo la presa di posizione delle aziende risultate vincitrici degli accordi quadro Anas (intenzionate/costrette a bloccare lavori potenziali per quasi un miliardo di euro), la serrata annunciata delle imprese siciliane, l'allarme arrivato da Roma con la maxigara per il Ponte dei congressi disertata dalle imprese, i costruttori hanno deciso di chiamare in causa direttamente il presidente del Consiglio Mario Draghi.

In una lettera, firmata dal presidente dell'Ance Gabriele Buia, le imprese chiedono un intervento immediato per mettere in sicurezza i cantieri. Le misure messe in campo finora dal governo, come le compensazioni o anche la clausola revisione prezzi prevista da ultimo con il decreto Sostegni-ter , sono scudi del tutto insufficienti agli occhi delle imprese. Serve un nuovo decreto, ripete Buia: «un intervento urgente che, in via cogente, non in via facoltativa come ipotizzato nel Decreto Sostegni ter, obblighi le committenti ad adeguare i propri prezzari, riportandoli in linea con i reali valori di mercato»

«L'acciaio è quasi irreperibile - scrive Buia - , la produzione dell'asfalto si sta fermando, l'alluminio scarseggia e tutte le altre materie prime, anche a causa del caro energia e del prezzo del petrolio alle stelle, stanno registrando aumenti insostenibili per le imprese». per questo servono «strategie nuove ed immediate, che consentano rapidamente di mettere in sicurezza, ristabilendo l'equilibrio contrattuale, anzitutto i contratti in corso di esecuzione, con offerte risalenti al 2020 o anteriori». Non chiediamo «misure di favore per il settore - sottolinea il presidente dell'Ance - , ma di poter contare sulle condizioni minime indispensabili per realizzare i compiti che ci avete assegnato e poter portare a termine la sfida del Pnrr».

Busia: clausole adeguamento prezzi insufficienti per i beni energetici
Un'autorevole sponda agli allarmi lanciati dalle imprese arriva anche dal presidente dell'Autorità Anticorruzione Giuseppe Busia. Nel corso del suo intervento all'Energy Forum organizzato dall'Adam Smith Society, Busia si è soffermato sull'efficacia degli strumenti di compensazione dei prezzi messi in campo dal governo. «Non basta prevedere clausole di adeguamento dei prezzi, ma occorre anche verificare se i meccanismi utilizzati sono quelli giusti». Normalmente per gli appalti pubblici viene usato l'indice generale dei prezzi al consumo. «Noi abbiamo fatto una verifica sui dati relativi a gennaio che pure non scontano quanto accaduto con l'invasione dell'Ucraina - ha spiegato il presidente dell'Anac -. Ebbene, mentre l'indice generale è aumentato su base annua del 4,8% e dell'1,6% rispetto al mese precedente l'indice dei beni energetici regolamentati è aumentato del 94,6% su base annua e del 43,8% su base mensile». Insomma, «per tutte le attività basate su un forte consumo di energia - ha concluso Busia - l'adeguamento non è sufficiente, penalizzando le imprese»..

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