Appalti

Caro-materiali, imprese siciliane all'attacco: chiesto al Tar l'annullamento di due bandi Anas per 286 milioni

La denuncia in due ricorsi: prezzari non adeguati al mercato e sottostimati per decine di milioni

di Mauro Salerno

Parte dalla Sicilia l'attacco dei costruttori contro i bandi di gara per opere pubbliche con stime di costo non adeguate alle reali condizioni di mercato. Dopo aver denunciato e richiesto l'approvazione di misure d'urgenza contro la fiammata dei prezzi dei materiali da costruzione, le imprese ora mettono nel mirino i ritardi delle stazioni appaltanti nell'adeguare i listini di gara all'impennata dei prezzi. I primi casi, che rischiano di fare scuola nei rapporti tra imprese e Pa in tutta Italia, scoppiano in Sicilia. Dove le associazioni degli imprenditori edili di Catania e Ragusa, insieme a un gruppo di imprese, hanno scelto di contestare di fronte al Tar due maxi-bandi Anas per un importo complessivo di 286 milioni.

Al centro dei ricorsi c'è il mancato adeguamento dei prezzi posti a base di gara, che secondo le imprese comportano una sottostima dell'importo dell'appalto per decine di milioni di euro.

Due i bandi contestati, entrambi pubblicati dall'Anas. Il primo riguarda un intervento da realizzare sulla strada a scorrimento veloce (Ssv) Licodia Eubea - Libertinia. L'appalto, pubblicato il 5 agosto, ha una base d'asta vicinissima ai 169 milioni. Per le associazioni di costruttori di Catania e Ragusa si tratta di un importo notevolmente sottostimato. Il ricorso contesta ad Anas di aver «gravemente omesso di adeguare i prezzi posti a base di gara ai valori reali di mercato con una conseguente sottostima dei medesimi prezzi pari mediamente al 24% dell'importo dell'appalto». Uno scalino che secondo i costruttori, pur limitandosi ad analizzare soltanto le 10 principali voci di prezzo, arriverebbe a raggiungere la cifra di 17,5 milioni di euro. A pesare soprattutto i prezzi dei materiali in acciaio (più che raddoppiati negli ultimi mesi) e le voci di costo riferire allo smaltimento dei rifiuti.

Analoga la contestazione alla base del secondo ricorso presentato dai costruttori. Sotto accusa c'è un altro bando Anas, questa volta relativo alla variante della Ss 115 tra Vittoria Ovest e Comiso Sud per un contro valore di 116,6 milioni. Anche in questo caso le associazioni dei costruttori denunciano il mancato adeguamento dei prezzari a base di gara. Il risultato sarebbe una sottostima del 23,5% del valore dell'appalto: un handicap da 12,1 milioni.

Impossibile allora « presentare un'offerta valida, seria ed affidabile» per questi cantieri, attaccano i costruttori. «Le conseguenze della pandemia, ma anche le speculazioni che negli ultimi mesi hanno prodotto nel mondo un abnorme aumento di molte materie prime indispensabili per il settore delle costruzioni (dal ferro all'acciaio, dal rame all'alluminio, fino al calcestruzzo) - spiegano Ance Catania e Ragusa - rendono impossibile eseguire e portare a termine gli interventi ai prezzi fissati dai precedenti capitolati. Ma l'Anas, almeno in Sicilia, continua ad applicare nei propri progetti un prezzario che risulta rilevantemente sottostimato rispetto al prezzario della Regione in vigore nel 2019 e che in più non tiene minimamente conto del conclamato e radicale incremento dei prezzi dei materiali da costruzioni registrato dal 2020 ad oggi».

Di qui il ricorso al Tar con la richiesta di sospendere d'urgenza i due bandi di gara e, nel merito, di annullarli, affinché i prezzi dei progetti e dei capitolati di gara vengano aggiornati tenendo conto del caro-materiali. Un caso che rischia di fare scuola e avere conseguenze non solo per i due bandi di gara portati in tribunale.

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