Urbanistica

Case popolari, rigenerazione e verde: il Pnrr di Salerno

Sono 29 quelli finora finanziati con 58,7 milioni. Undici di riqualificazione urbana con un valore complessivo di 30 milioni

di Vera Viola

Salerno vuole continuare, con il Pnrr, il ridisegno della città avviato circa 25 anni fa. A quel tempo, con Vincenzo De Luca (attuale governatore della Campania) sindaco di numerosi mandati, cominciò l’era delle opere delle archistar: Zaha Hadid, Santiago Calatrava, David Chipperfield, Ricardo Bofill, le più prestigiose matite del mondo vennero coinvolte nella creazione di opere di architettura contemporanea che avrebbero dovuto dare un volto internazionale e di grande attrazione turistico-culturale alla città campana, punta estrema della costiera più rinomata nel mondo: alcune di quelle opere sono state completate o quasi (la stazione marittima, piazza della Libertà, la cittadella giudiziaria), altre sono in cantiere, qualcuna non è partita (come la vela di Marina d'Arechi).

Oggi, con il Pnrr, si vuole continuare la riqualificazione urbana, ma in modo totalmente diverso e in coerenza con i principi del Piano che utilizza i fondi di Next generation Eu: la riduzione dei divari.

Riqualificazione degli alloggi popolari, inclusione sociale, recupero di cave dismesse e trasformazione in parchi a verde: sono le traiettorie su cui si sviluppano i progetti salernitani. Ventinove quelli finora finanziati con 58,7 milioni a valere sul Pnrr e sul fondo complementare. Di questi sono 11 i progetti di riqualificazione urbana con un valore complessivo di 30 milioni e rappresentano la fetta più consistente. A cui si aggiungono altri progetti (anche questi finanziati) di riqualificazione energetica e sismica di case popolari (alloggi Erp): parliamo degli interventi su cui il Comune investirà le somme maggiori. In totale 15 milioni per due grandi complessi uno in centro storico (quartiere Le Fornelle), l’altro in periferia (via Sant’Eustachio) per 360 alloggi. Le gare sono state aggiudicate con appalto integrato. Altri 22 milioni vanno alla riqualificazione della ex fabbrica e cava D’Agostino che diventerà un grande parco, con strutture di gioco e intrattenimento. In questo caso è in corso la progettazione esecutiva a cui seguirà una gara internazionale.

Interventi importanti per la funzione che svolgono e per l’importo a essi dedicato, sono anche quelli connessi con il porto. È previsto poi un diffuso intervento di manutenzione straordinaria e di adeguamento funzionale degli edifici scolastici.

«Continua l’opera di ritessitura della città - spiega il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli - Riteniamo debba avere una struttura policentrica. Con una zona di espansione a Est, un tempo degradata e oggi con una sua vita e sue funzioni. Abbiamo realizzato anche un’asta viaria che dalla costa risale alla collina». La strategia, quindi, è creare diversi poli, riqualificati e ben connessi. In questa direzione va anche il raddoppio previsto della Metropolitana regionale che dovrà raggiungere l’aeroporto Costa d’Amalfi e in prospettiva connettersi con la alta velocità Salerno-Reggio Calabria (quando diventerà realtà). Il trasporto pubblico locale salernitano è allo stesso tempo fiore all’occhiello e tallone d’Achille della lunga amministrazione regionale Deluchiana: efficiente e di qualità nella città natale, ancora in condizioni vergognose nel resto della regione.

Poi, nel Pnrr salernitano, c’è il capitolo dei servizi. I progetti approvati e finanziati hanno una dote complessiva di 26,5 milioni: sono previsti asili, strutture per anziani e disabili, sostegni per contrastare la povertà estrema. Sono nell’elenco progetti per sostenere la genitorialità e contrastare il forte calo demografico che disegna un futuro incerto per l’Italia e soprattutto per il suo Mezzogiorno. «La scelta di puntare anche sui servizi anticipa le linee di indirizzo della nuova programmazione comunitaria 2020-2027 - dice Raffaele Lupacchini, capo della Ragioneria comunale e responsabile del settore risosre comunitarie e del Pnrr - : non servono infrastrutture se non si creano le condizioni per utilizzarle». Altri progetti di ricerca e di infrastrutturazione sono coordinati dall’Università: valgono 80 milioni. «Li realizzeremo nei tempi - dice il professore Pietro Campiglia che coordina la cabina di regia dell’ateneo – ma la rendicontazione è ancora molto farraginosa».

Dai progetti alla realizzazione: è qui che cominciano le prove più dure. «Al momento ritengo che ce la faremo a completare tutti gli interventi per il 2026 - dice il sindaco riferendosi anche alla polemica da tempo aperta tra il ministro Raffaele Fitto e gli enti locali – ma non sarà facile». Lupacchini precisa: «Il Comune di Salerno da tempo si è dimostrato molto attivo nell’intercettare fondi pubblici e comunitari, è uno dei Comuni italiani che si distingue per puntualità nella spesa. E inoltre l’ente opera con delega della Regione Campania come organismo intermedio nella gestione dei fondi europei. Tutto ciò sarà utile anche per il Pnrr. Ma ci saranno non poche difficoltà da affrontare». Il tecnico è diretto. «I Comuni già risentono della difficoltà di interlocuzione con il ministero. Di solito per la spesa comunitaria si dialoga con la Regione, e dopo anni, questo meccanismo si è ormai oleato. Per il Pnrr il rapporto è con il ministero e la interlocuzione è più difficile poichè deve avvenire esclusivamente a mezzo mail. Anche la piattaforma Regis per la rendicontazione è molto complessa».

Poi c'è il problema legato alla carenza di personale. «Abbiamo subito un forte calo di organico con quota 100 - spiega il sindaco - Siamo in deficit. L’anno scorso abbiamo assunto otto tecnici proprio per l’ufficio Pnrr, ma quattro di essi dopo pochi mesi ci hanno lasciato. Il fatto è che per il Pnrr sono possibili assunzioni a tempo determinato, e c’è molta richiesta di tecnici esperti, quindi anche mobilità altissima. Vorremmo assumere a tempo indeterminato, ma i vincoli di bilancio ce lo impediscono».

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