Progettazione

Centro Rimed, avviato in Sicilia il cantiere nato da un concorso internazionale

Il nuovo polo medico disegnato dal da un raggruppamento di imprese guidato dagli statunitensi Hellmuth, Obata & Kassabaum dovrebbe essere pronto tra due anni

di Nino Amadore

Non c’è la posa della prima pietra. Ma questa, di fatto, è solo una formalità perché, a distanza di quasi dieci anni dall’avvio del concorso di progettazione, oggi a Carini, in provincia di Palermo, parte il cantiere per la costruzione del Centro per le biotecnologie e la ricerca biomedica voluto dalla Fondazione Rimed di cui fanno parte la presidenza del Consiglio dei ministri, il Cnr, l’Upmc (divisione italiana dell’University of Pittsburgh Medical Center), l’università di Pittsburgh e la Regione siciliana.

Un avvio concreto che è stato, causa Coronavirs, rinviato di qualche mese e che arriva a distanza di quasi un anno dall’aggiudicazione della gara d’appalto da oltre 90,5 milioni al raggruppamento di imprese composto da Italiana costruzioni (mandataria) di cui è amministratore delegato Luca Navarra, Gemmo, Isa e T.Am.Co.

Il Centro, che sarà completato nel giro di un paio d’anni, è solo una parte di un progetto complessivo che prevede la costruzione, sempre nella stessa area, del cosiddetto Ismett 2, l’Istituto mediterraneo per i trapianti creato da Regione siciliana e Upmc. Quello che possiamo definire il primo modulo dell’hub traslazionale (con una integrazione molto forte dunque tra ricerca di base e la ricerca clinica) per le scienze della vita sorgerà su un’area di 52mila metri quadrati di terreno messo a disposizione dalla Regione siciliana: quasi metà dell’area sarà occupata dai laboratori.

Il progetto esecutivo del Centro è stato realizzato da un raggruppamento di imprese guidato da Hellmuth, Obata & Kassabaum Inc (il grande studio di architettura statunitense fondato nel 1955 da George Hellmuth, Gyo Obata e George Kassabaum) che ha vinto il concorso internazionale di progettazione e si occuperà anche della direzione dei lavori. «Il progetto urbanistico distingue l’area in due parti principali - spiegano i tecnici -. La porzione a nord, dedicata alla ricerca, è la zona dove sorgerà il centro Rimed dedicato alla ricerca scientifica, mentre quella a sud accoglierà un ospedale (l’Ismett 2) che sarà realizzato in una seconda fase. Tale suddivisione garantisce la privacy per entrambe le parti, pur garantendone la contiguità. Come un piccolo villaggio una serie di edifici sono disposti lungo una strada pedonale con vasti spazi aperti intorno».

Numerosi i vantaggi per il territorio sia sul fronte della salute e della qualità della vita sia sul fronte economico: per il solo Centro di ricerca sono previsti 600 nuovi posti di lavoro (dai ricercatori ai tecnici e poi borsisti, personale amministrativo, ingegneri): in questi anni sono già state formate decine di ricercatori italiani a Pittsburgh e la Fondazione Rimed, anche in vista dell’apertura del Centro a Carini, si candida a essere un polo attrattore per il rientro dei cervelli. Intanto in parallelo, ai fini del possibile sviluppo dell’area, vanno considerate le ricadute grazie alla nascita e la crescita dell’indotto.

L’obiettivo del Centro è sicuramente anche quello di dare un impulso determinante per la nascita di start up biotecnologiche. Le aree cliniche di interesse sono quelle oncologiche, le patologie legate all’invecchiamento, le malattie infettive e le patologie da insufficienze d’organo. Ed è proprio a partire da questi bisogni terapeutici che la Fondazione Rimed ha strutturato i team di ricerca in vari ambiti: dalla medicina rigenerativa e immunoterapia allo sviluppo di farmaci e vaccini, alla bioingegneria. Nei vari ambiti già oggi i ricercatori sono al lavoro su nuovi prodotti per la cura della salute in stretta collaborazione con l’Ismett, che è il partner clinico.

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