Fisco e contabilità

Certificazione dei ristori Covid sulla Tari anche per chi ha contabilizzato l'entrata al netto

Il chiarimento nella risposta della Ragioneria generale dello Stato a un ente

di Marco Allegretti

È tempo di chiusura dei rendiconti e quest'anno, così come l'anno scorso, la determinazione del risultato di amministrazione non può esulare dalla predisposizione di una bozza della certificazione dell'utilizzo del Fondo Funzioni Enti Territoriali (seppur la stessa vada inviata solo entro il 31 maggio prossimo), al fine di valutare se i mancati utilizzi di quest'ultimo o dei ristori specifici di entrata e spesa abbiano creato avanzo vincolato. Questa necessità instilla negli enti i primi dubbi applicativi e con essi le prime domande alla Ragioneria generale dello Stato, costretta a confrontarsi con prassi operative non sempre in linea con le previsioni teoriche. È questo il caso risolto in una risposta della RgS a un ente con la quale la Ragioneria apre la strada alla certificazione dei ristori Covid per utenze non domestiche Tari anche a quegli enti che hanno erroneamente contabilizzato la stessa come minore entrata (e non come maggiore spesa per trasferimento a compensazione).

La corretta certificazione dello specifico ristoro di spesa
Con l'approvazione del decreto certificazione Covid 2021 (Dm n. 273932/2021), al termine dell'anno scorso, è stata chiarita la corretta certificazione delle agevolazioni Tari adottate nel 2021 a valere sui ristori specifici di spesa di cui all'articolo 6 del Dl 73/2021, ossia il Fondo finalizzato alla concessione da parte dei Comuni di una riduzione della Tari o della Tari-corrispettiva in favore delle categorie economiche interessate dalle chiusure obbligatorie o dalle restrizioni nell'esercizio delle rispettive attività. Nello specifico è stata fornita l'indicazione che tali agevolazioni devono essere dichiarate in corrispondenza della voce «Trasferimenti correnti a Imprese», quindi come «maggior spesa» certificabile. Appare evidente che, coerentemente, la corretta gestione contabile di tali partite preveda una contabilizzazione al lordo delle entrate (nel rispetto del principio generale di "integrità") e l'iscrizione in uscita di un trasferimento compensativo delle stesse che, mediante una regolazione contabile interna (emissione di un mandato in compensazione ad una reversale), va a integrare l'incasso ricevuto dalle imprese che ne avevano diritto.
Non tutti gli enti, tuttavia, hanno seguito questa strada: c'è anche chi, erroneamente, ha contabilizzato direttamente l'entrata al netto del ristoro concesso alle imprese ed ora non si trova in uscita alcuna spesa da certificare. Uno di questi enti ha inviato il quesito alla RgS attraverso l'indirizzo pareggio.rgs@mef.gov.it per capire ora come comportarsi.

L'apertura di RgS
Nella risposta, la Ragioneria, dopo le ordinarie premesse in cui vengono ripresi i riferimenti normativi e quali sarebbero state le corrette procedure contabili e di certificazione, apre alla possibilità di certificare tali risorse anche per gli enti che hanno contabilizzato l'entrata al netto; nello specifico ritiene che - non potendo rilevare la variazione in diminuzione di entrata nel modello Covid-19/2021 – in tal caso l'ente debba comunque certificare tale utilizzo in corrispondenza della voce «Trasferimenti correnti a Imprese», fra le maggiori spese di cui alla colonna «Maggiori spese 2021 "COVID-19» (e) del modello Covid-19/2021.
Sarebbe opportuno che tutti questi quesiti con portata generale possano poi tradursi anche nella pubblicazione di Faq da parte di RgS, così da poter allineare i comportamenti dei diversi enti.

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