Appalti

Codice appalti, Salvini: al lavoro per introdurre revisione prezzi dinamica

Il ministro delle Infrastrutture alla presentazione dell'osservatorio Cna sulla burocrazia annuncia novità anche sulle cause di esclusione dalle gare: basta cartellini rossi per un avviso di garanzia

di Mauro Salerno

Una revisione prezzi «dinamica» e dunque capace di seguire con più puntualità le eventuali oscillazioni del mercato dei materiali e steccati più precisi per l'applicazione delle cause di esclusione delle gare per i cosiddetti «illeciti professionali». Sono le due novità su cui sta lavorando il ministero delle Infrastrutture per rendere più aderente il testo della bozza del codice degli appalti alle sollecitazioni che arrivano dagli operatori del settore, in particolare il mondo delle imprese che il ministro Salvini sta incontrando ripetutamente in questi giorni. Non a caso l'annuncio delle due nuove direzioni di lavoro sul testo che ora è all'esame delle Camere (parere entro l'8 febbraio) è arrivato ieri alla presentazione dell'osservatorio sulla burocrazia della Cna (artigiani), arrivato alla sua quarta edizione dedicata proprio al mondo degli appalti pubblici, che le Pmi vivono come un Everest da scalare, perché polarizzato verso i contratti di grandi dimensioni, che tagliano fuori le micro e le piccole imprese.

Analizzando oltre 6mila bandi di gara, pubblicati in 28 città, Cna ha rilevato che solo una fetta marginale della ricchissima torta degli appalti (200 miliardi nel 2021 contro i cento del 2016) è contendibile dalle piccole imprese, visto che due terzi del valore viene da bandi oltre cinque milioni (con la fetta più ampia addirittura sopra i 25 milioni). Dunque le micro-imprese, che rappresentano circa il 96% delle aziende italiane, hanno accesso a solo il 17% del valore del mercato dei bandi, riuscendo ad aggiudicarsene soltanto il 5 per cento. Un problema acuito dal mancato rispetto dell'invito a suddividere i contratti in lotti (salvo motivazione), rispettato solo nel 18% dei casi. «Per il resto - sottolinea Cna - in quattro appalti su cinque non è neanche motivato il mancato frazionamento».

Parlando di fronte a una nutrita platea di imprenditori Salvini non ha lasciato cadere nel vuoto la richiesta di maggiore attenzione alle piccole imprese annunciando di voler proporre «al gruppo della Lega un emendamento» per l'introduzione di una quota di appalti riservata alle micro-aziende. Un'idea su cui in Italia si ragiona da anni senza mai partorire un risultato concreto, ma che secondo Cna è in campo con successo sia in Francia che negli Stati Uniti.

Salvini ha poi spiegato di star «lavorando insieme ad Anci e Ance per l'introduzione di una revisione prezzi dinamica» e dunque in grado di aggiornarsi rapidamente all'andamento del costo dei materiali. Altro fronte di aggiornamento della bozza del codice è quello delle cause di esclusione per gli illeciti professionali, che secondo i costruttori dell'Ance sarebbe in contrasto con il principio di fiducia, messo alla base del nuovo codice, in quanto consente l'espulsione dalle gare anche per macchie curriculari non accertate in via definitiva. «Io mi fido delle imprese e degli artigiani - ha risposto ieri Salvini -. Per questo stiamo lavorando per definire meglio i confini delle cause di esclusione delle gare, che consentono, per esempio, di escludere imprenditori che hanno ricevuto un semplice avviso di garanzia. Questo non è possibile e lo dico da ministro che ha subito un rinvio a giudizio».

Risposte più o meno indirette anche all'Anac che, per bocca del presidente Giuseppe Busia, nei giorni scorsi, ha chiesto di rivedere al ribasso le soglie per gli affidamenti diretti e di riportare da 500mila a 150mila euro il valore di gara da cui far scattare l'obbligo di qualificazione delle stazioni appaltanti. «Andare più veloci non significa facilitare la corruzione - ha detto Salvini - . Anzi io credo che quanto più tempo si perde di ufficio in ufficio tanto più si alza il rischio corruzione». Quanto al limite di 500mila euro che consente di gestire le gare in solitaria anche ai piccoli Comuni, la presa di posizione del ministro è stata netta: «Indietro non si torna».

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