Codice appalti trasmesso alle Camere: ora 30 giorni per i pareri delle commissioni
I testi corredati da allegati e relazioni arrivati in Parlamento mentre si rincorrono le voci di uno slittamento della data di entrata in vigore della riforma prevista dal Pnrr
Inizia ufficialmente il cammino parlamentare del nuovo codice degli appalti. Il testo della riforma approvata in prima battuta dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 dicembre è stato trasmesso ieri (lunedi 9 gennaio) alle Camere. Il provvedimento assume così una veste completamente ufficiale e viene corredato da allegati e relazioni (illustrativa e tecnica) che alleghiamo a questo articolo.
In base al timing stabilito dalla legge con cui il Governo è stato delegato a riformare il sistema degli appalti (legge delega n. 78/2022), le commissioni parlamentari hanno ora 30 giorni di tempo per esprimere il parere sul testo del decreto. Considerato che il testo è stato trasmesso ieri il termine scade l'8 febbraio.
La legge stabilisce anche una corsia per la rapida soluzione di eventuali contrasti tra Governo e Camere. «Ove il parere delle Commissioni parlamentari indichi specificamente talune disposizioni come non conformi ai principi e criteri direttivi di cui alla presente legge - recita la delega -, il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, trasmette nuovamente i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di informazione e motivazione. Le Commissioni competenti per materia possono esprimersi sulle osservazioni del Governo entro dieci giorni dall'assegnazione; decorso tale termine il decreto legislativo può essere comunque emanato».
La stessa norma stabilisce che sul provvedimento dovrà esprimersi anche la Conferenza unificata.
Al di là dei tempi stringenti per la definizione dei pareri va detto che il cammino più ufficiale del testo prende forma proprio mentre si moltiplicano le voci di un rinvio delle scadenze previste dal Pnrr per la sua adozione. La data al momento resta fissata al prossimo 31 marzo. E non a caso, l'ultimo articolo (il 229) del testo inviato alle Camere stabilisce che il nuovo codice entrerà in vigore il primo aprile 2023. Ma non è un mistero che il ministro Raffaele Fitto, titolare del Pnrr e a fianco di Giorgia Meloni durante l'incontro tenutosi ieri con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen , si stia confrontando con le strutture europee proprio sul dettaglio degli aspetti del Piano su cui il Governo intende chiedere delle modifiche, tra cui l'eventuale rinvio di alcune misure come l'entrata in vigore del Codice degli appalti. Se da un lato, infatti, il nuovo codice è pensato (almeno in teoria) per semplificare gli appalti snellendo la burocrazia, dall'altra l'entrata in vigore di nuove regole potrebbe inizialmente rallentare il processo di aggiudicazione, con ricadute soprattutto per le opere del Pnrr.