Appalti

«Commissari, non c'è la la manutenzione del territorio: dimenticanza imperdonabile»

INTERVENTO. Ritardi e buchi nel Dpcm: servivano 18 mesi per individuare quei nomi e quelle opere?

di Edoardo Bianchi (*)

Stiamo vivendo un tristo momento, in aggiunta alla pandemia, per la cronica mancanza di chiarezza e risolutezza da parte di chi è deputato ad individuare le scelte che dovrebbero tracciare il tratturo di uscita dalla crisi in cui ci troviamo. Crisi che, è bene ricordarlo, già da prima della catastrofe Covid ci aveva relegato in una situazione di decrescita infelice, da tempo. Abbiamo assistito di recente ad un continuo "comperare tempo" rimandando la palla nella metà campo avversaria pur nella consapevolezza che stessimo giocando una partita su un campo (a noi) inclinato e che quindi fossero alleggerimenti di scarsa efficacia e di breve durata.

Ultima riprova è nella vicenda relativa alle opere ed ai commissari straordinari.
Ebbene le previsioni contenute nel Decreto Semplificazioni erano già state contemplate, pari pari, nel Decreto Sbloccacantieri dell'estate 2019. Verrebbe preliminarmente da osservare che qualsiasi emergenza (imperiosa – indifferibile – straordinaria), che fosse stata tale nella primavera 2019 non può trovare risposta nell'estate 2021.
Perché delle due l'una, o non vi erano urgenze o se le urgenze effettivamente erano tali, iniziare a dare loro una risposta dopo 2 anni non ha praticamente più senso perché l'evento nefasto avrà sicuramente prodotto i propri danni.
Ebbene nei scorsi giorni sono state definitivamente (?) individuate sia le opere da commissariare sia i singoli commissari da attribuire ad ogni opera.
Una delusione, perché abbiamo assistito all'ennesimo parto, dopo una gestazione di circa 24 mesi, di un topolino. Intendiamoci non sindachiamo nel particolare alcuna delle opere prescelte né la lista dei commissari, ci mancherebbe. Contestiamo i tempi del metodo prescelto.

Quanto alle opere, ci chiediamo come Ance, se tutte abbiano una effettiva realizzabilità in termini di avanzamento progettuale perché se così non fosse il ruolo dei commissari sarebbe sterile.

La pecca principale del Decreto Semplificazioni, lo abbiamo denunciato sin da subito, risiede nel vulnus di avere concentrato le semplificazioni principalmente nella fase di affidamento dei lavori senza conferire effettivi poteri alle stazioni appaltanti di intervenire sulla fase a monte della gara. Quella fase cioè dove è necessario ottenere le varie "autorizzazioni" prodromiche alla messa in gara di qualsiasi lavoro.

La fase di gara ed esecuzione dei lavori assorbe un terzo del tempo complessivo necessario ad eseguire una opera, da quando la penso a quando la realizzo, mentre i tempi (di attraversamento) necessari ad ottenere le varie autorizzazioni incidono in ragione di due terzi. Proprio per questo non abbiamo condiviso la impostazione, sotto questo profilo, del Dl Semplificazioni; anche in quella sede si è deciso di non affrontare la reale causa dei ritardi e si è preferito incidere, con una deregulation pericolosissima, sulla fase di aggiudicazione.

Quanto al merito non condividiamo come Ance che nelle "opere da commissariare" non vi sia alcun riferimento alla vera emergenza di questo Paese: la mancanza di manutenzione e messa in sicurezza del territorio. Questa doveva essere la opera principe del piano straordinario, questa doveva essere la prima vera emergenza a cui dare risposta conferendo ai Sindaci tutto l'effettivo supporto (economico e regolatorio) per porre al centro della agenda questa tipologia riqualificante di intervento.

La manutenzione e fruibilità dell'esistente, peraltro, garantisce una maggiore inclusione sociale tra centro e periferia non comportando alcun nuovo consumo di suolo.
Servivano 6 mesi (oltre 18, se partiamo dallo sblocca cantieri) per individuare quella lista di opere? Un impiego del tempo inaccettabile ed una dimenticanza imperdonabile.

Quanto ai commissari, in disparte altre considerazioni, prendiamo atto della opzione di coinvolgere le alte professionalità delle principali committenti pubbliche del paese. Condividiamo questa scelta perché solo con il coinvolgimento delle singole strutture potrà procedersi speditamente; qualsiasi trapianto ed innesto forzoso provocherebbero il rigetto.
Servivano 6 mesi (oltre 18, se partiamo dallo sblocca cantieri) per individuare quei commissari scegliendoli nelle figure apicali all'interno della stazione appaltanti pubbliche?
Da ultimo un accenno ad una inaccettabile barbarie, perché sembrerebbe emergere la inidoneità di diversi commissari in quanto destinatari nel passato, più o meno recente, di avvisi di garanzia.

È da paese incivile condannare di fatto una persona, chiunque esso sia (imprenditore, Sindaco, pubblico dipendente, professionista …) sulla base di un avviso di garanzia o di un rinvio a giudizio ?
Basta ipocrisie, si cambi il dettato dell'articolo 27 comma 2 della Costituzione e si ufficializzi il passaggio ad una nuova società il cui pilastro fondante giuridico e culturale sia la presunzione di colpevolezza con l'inversione dell'onere della prova a carico dell'avvisato che dovrà dimostrare di essere innocente.
Su questo tema è necessario, e Ance lo auspica da tempo, un concreto momento di riflessione. Sottolineiamo che, a prescindere dalle considerazioni che precedono, la entrata in campo dei commissari necessita ancora di tre passaggi quali il parere delle commissioni parlamentari, delle autorità regionali ed il Dpcm finale di nomina. Se tutto filasse liscio arriveremmo a salutare l'ingresso della primavera 2021 prima che tutto l'iter sia concluso.
Se questa è la risposta alle situazioni di emergenza non osiamo immaginare i tempi delle risposte alle problematiche ordinarie. Con questa qualità e tempistiche immaginiamo di rilanciare il Pil ?
Ne dubitiamo.

(*) Vice-presidente Ance con delega alle opere pubbliche

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