Fisco e contabilità

Comune tenuto a risarcire i danni all'ambulante fatto chiudere con una delibera poi annullata

L'ordinanza di chiusura era stata adottata sull'erroneo presupposto del difetto di autorizzazione

di Amedeo Di Filippo

In caso di domanda di risarcimento dei danni per omesso o tardivo rilascio di un'autorizzazione, il diritto del privato prescinde dalla qualificazione formale della posizione di cui è titolare in termini di diritto soggettivo o interesse legittimo. Lo afferma la terza sezione civile della Cassazione con la sentenza n. 21535/2021.

La richiesta
La Corte d'appello aveva rigettato la domanda di risarcimento dei danni lamentati in conseguenza dell'annullamento dell'ordinanza sindacale di chiusura del commercio ambulante. È stato quindi proposto ricorso per cassazione, contestando che nel caso di lesione di interessi oppositivi viene in rilievo il sacrificio dell'interesse alla conservazione del bene o della situazione di vantaggio conseguente l'illegittimo esercizio del potere, che si sostanzia nella pretesa del soggetto a che si rimuova il provvedimento che comprime un suo bene della vita, risarcibile per il solo fatto che presenti un vizio di legittimità. Secondo il ricorrente, pretendere la prova di un danno ingiusto che non si consideri nella illegittimità dell'atto equivarrebbe ad apporre ingiustificatamente una barriera alla risarcibilità dell'interesse legittimo.

La lesione
La Cassazione ha trovato fondato il motivo ribadendo che il diritto del privato al risarcimento del danno prodotto dall'illegittimo esercizio della funzione pubblica prescinde dalla qualificazione formale della posizione di cui è titolare il soggetto danneggiato in termini di diritto soggettivo o di interesse legittimo, dato che la tutela risarcitoria dipende ed è garantita in funzione dell'ingiustizia del danno conseguente alla lesione di interessi giuridicamente riconosciuti. Questo comporta che la tecnica di accertamento della lesione varia a seconda della natura dell'interesse legittimo: se è oppositivo, occorre accertare che l'illegittima attività abbia leso l'interesse alla conservazione di un bene o di una situazione di vantaggio; se è pretensivo, concretandosi la sua lesione nel diniego o nella ritardata assunzione di un provvedimento amministrativo, occorre invece valutare la fondatezza della richiesta onde stabilire se la parte fosse titolare di una mera aspettativa, come tale non tutelabile, o di una situazione che era destinata a un esito favorevole.
In caso di domanda di risarcimento dei danni per omesso o tardivo rilascio di un'autorizzazione, seppure la prova del dolo o della colpa della Pa non possa desumersi dalla sola illegittimità del provvedimento, non possono essere considerati sufficienti a escludere la configurabilità dell'elemento soggettivo, quantomeno della responsabilità colposa, né l'avvenuto annullamento di atti regolamentari generali che disciplinano la materia oggetto dell'autorizzazione, né la sussistenza di un controverso elemento impeditivo al rilascio dell'autorizzazione, ove il diniego, fondato esclusivamente su quest'ultimo, sia stato giudicato illegittimo.

La responsabilità
In caso di domanda di risarcimento dei danni per omesso o tardivo rilascio di un'autorizzazione, seppure la prova del dolo o della colpa della Pa non possa desumersi dalla sola illegittimità del provvedimento, non possono essere considerati sufficienti ad escludere la configurabilità dell'elemento soggettivo, quantomeno della responsabilità colposa, né l'avvenuto annullamento di atti regolamentari generali disciplinanti la materia oggetto dell'autorizzazione, né la sussistenza di un elemento impeditivo al rilascio dell'autorizzazione, ove il diniego, fondato esclusivamente su quest'ultimo, sia stato giudicato illegittimo.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©