Fisco e contabilità

Con la crisi a rischio anche il nuovo stop alle cartelle della riscossione

Al ministero dell’Economia è pronta una nuova sospensione per guadagnare tempo

di Marco Mobil e Gianni Trovati

Il precipitare della crisi che questa mattina porterà il presidente del Consiglio Conte a rassegnare le dimissione al Quirinale, getta un’incognita pesante anche sul nuovo stop ai 50 milioni di cartelle esattoriali e avvisi di accertamento oggi congelati fino a domenica 31 gennaio. Al ministero dell’Economia è pronta una nuova sospensione per guadagnare tempo e trovare in modo meno traumatico per far ripartire la macchina della riscossione mentre la crisi economica continua a mordere.

Tecnicamente il provvedimento è semplice ma il caos politico di questi giorni non permette di avere certezze sulla possibilità di qualificare il nuovo provvedimento di estrema urgenza e quindi attuabile anche da un Esecutivo dimissionario. Solo nelle prossime ore si potrà definire una strada, che dipende molto dal tipo di evoluzione che prenderà lo stallo del Governo.

Perché l’agenazia delle Entrate ha ben presente il problema, e può provare ad attutirlo in via amministrativa. Ma non può certo decidere autonomamente, senza copertura normativa, di fermare le attività mettendo a rischio i crediti erariali; anche perché va ricordato che nelle ipotesi elaborate a via Venti settembre nei giorni scorsi l’ennesimo allungamento del calendario si sarebbe accompagnato a un intervento sui tempi di prescrizione, indispensabile poer cercare di tutelare le entrate anche sul piano contabile. In gioco secondo le stime del Mef ci sarebbero 2-2,5 miliardi di euro di incassi che slitterebbero al prossimo anno.

Quel che è certo, invece, è lo slittamento dei nuovi ristori e delle altre materie più qualificanti previste nel nuovo decreto, a partire dal rifinaziamento per almeno altre 26 settimane della cassa integrazione e delle nuove norme sui licenziamenti. Tutti temi in cui ai nodi tecnici si uniscono importanti questioni politiche che, solo un Governo nel pieno delle proprie funzioni, può dirimere.

Sul piano pratico, visti anche i meccanismi che si stanno studiando al Mef per costruire il nuovo sistema degli aiuti a professionisti, autonomi e imprese, questo signiffica che difficilmente i nuovi aiuti arriveranno ai diretti interessati prima del prossimo mese di aprile. Perché la modifica della base di calcolo per individuare i destinatari, probabilmente basata sul confronto fra il fatturato dell’intero 2020 e quello del 2019, e i nuovi criteri su cui misurare gli indennizzi avranno bisogno di un nuova piattaforma per l’invio e l’esame online delle domande. Senza contare che tutto l’impianto potrà diventare definitivo solo dopo i 60 giorni necessari per la conversione in legge del provvedimento d’urgenza. In questo scenario, quindi, imprese autonomi dovrebbero attendere almeno quattro mesi di restrizioni anti-covid senza sostegno dallo Stato.

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