Imprese

Concessionarie autostradali, 60 miliardi di investimenti in 15 anni

Assemblea Aiscat. Cattoni: semplificazioni per non frenare gli investimenti su digitalizzazione e idrogeno. Salvini: escludere le autostrade dal Pnrr è stata una scelta miope

di M.Fr.

Sessanta miliardi di investimenti in quindici anni. È il volume di fuoco che le concessionarie autostradali affermano di poter realizzare sulla rete gestita. Il dato è emerso nel corso dell'assemblea annuale dell'Aiscat l'associazione di riferimento per le concessionarie che rivendicano di poter giocare un ruolo non marginale nello sviluppo del Paese. E questo nonostante il settore stradale - come è stato sottolineato dagli operatori - sia stato a sua volta marginalizzato dal piano di investimenti finanziati dal Recovery Fund. Un disappunto che ha trovato orecchie sensibili da parte del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini: «Avere escluso le arterie stradali e autostradali italiane dal finanziamento europeo è stata evidentemente una miopia che stiamo cercando di ricalibrare, mettendo a terra alcune voci di bilancio in maniera utile», ha detto rivolto ai rappresentanti delle società concessionarie, e infine salutandoli con un mantra che ripete spesso: «Io mi fido dei privati».

Quanto agli investimenti, la scommessa più sfidante su cui lavorare è quella dell'upgrade tecnologioco della rete autostradale, grazie alle infinite potenzialità offerte dalla gestione dei dati, allo scopo di ottimizzarne la fruizione da parte di un maggior numero di veicoli, assicurando anche il rifornimento per una pluralità di fonti di energia. L'obiettivo finale, ha detto il presidente di Aiscat, Diego Cattoni, è «garantire il rilancio economico del Paese e ridisegnare i modelli di mobilità nel segno della digitalizzazione e della transizione ecologica». «L'evoluzione tecnologica, unita ad una nuova sensibilità sul fronte ambientale, - ha detto Cattoni - permette di costruire fin da subito un futuro assai diverso dal presente che conosciamo: abbiamo la possibilità di pianificare la digitalizzazione della rete, la guida autonoma e connessa ci permetterà non solo di aumentare la capacità delle arterie senza uso di ulteriore suolo e di rendere più veloci gli spostamenti, ma soprattutto di abbattere radicalmente il tasso di incidentalità oggi per lo più legato al fattore umano».

Il presidente delle concessionarie snocciola alcuni numeri: si è passati dagli oltre 11.300 incidenti, con 600 morti, ai circa 5.200 incidenti con meno di 200 morti del 2021, con un'incidenza rispetto al totale nazionale di circa il 6%. «Il controllo digitale del traffico - insiste Cattoni- ci permetterà quel salto di qualità che ancora manca. Così il sostegno alla diffusione di veicoli elettrici, oggi a batteria domani anche a idrogeno, ci può permettere di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti». «Anche sul fronte della sostenibilità ambientale - conclude il presidente dell'Aiscat - il comparto autostradale sarà decisivo: ciò che serve al settore è una semplificazione del quadro normativo, in modo che non possa rappresentare un freno alla capacità di investire del Paese».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©