Appalti

Concessioni autostradali, Toninelli: nazionalizzare o rinegoziare, caso per caso

di Massimo Frontera

«Questo governo farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni e degli obblighi convenzionali, valutando di volta in volta se l'interesse pubblico sia meglio tutelato da forme di nazionalizzazione oppure dalla rinegoziazione dei contratti in essere in modo che siano sbilanciati a favore dei concessionari». Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, nella sua informativa al Parlamento sulla tragedia di Genova, presso le commissioni Ambiente e Lavori pubblici riunite di Camera e Senato, conferma l'intenzione di rivedere le concessioni autostradali, vagliandole in base all'unico criterio dell'interesse pubblico: «La rivalutazione di tutte le concessioni pubbliche passerà da lì: se l'interesse pubblico è preminente, questo governo opererà tutte le nazionalizzazioni. Nel caso in cui invece, per converso, si dovrà costruire un'opera importante e investire tanti soldi che il governo deciderà di non impegnare, per creare delle convenzioni serie e scrupolose in cui ci guadagnano tutti, lì si potrà valutare altre strade», ha detto.
Come segnale di discontinuità annuncia la pubblicazione, avvenuta ieri, della concessione con Autostrade e del relativo allegato con il piano economico e finanziario, annunciando la stessa cosa per tutte le 25 convenzioni autostradali attive.

Nello stesso tempo il ministro delle Infrastrutture annuncia l'intenzione di rafforzare la vigilanza sulle concessioni, rafforzando la struttura esistente, senza escludere però di dare vita all'apposita Agenzia, prevista ma mai istituita. «Disporrò il potenziamento del servizio ispettivo che opera presso il ministero - ha detto Toninelli - valutando anche il ripristino di quella Agenzia che avrebbe avuto una maggiore autonomia e che i governi precedenti non hanno voluto istituire, in modo da assicurare una rigorosa e puntuale vigilanza sull'operato dei concessionari e sul rispetto dei vincoli che la legge e le convenzioni pongono a loro carico». Affermazioni che suonano più come una conferma dell'attuale sistema - sia pure introducendo correttivi - che non con il suo smantellamento.
Nei confronti di Autostrade il ministro, a ribadito , replicando agli interventi dei rappresentanti delle opposizioni, «che è stata ufficialmente aperta la procedura con il fine di portare alla decadenza, caducazione, revoca della concessione ad Autostrade, non solo per la A10 ma per tutta la convenzione». Sempre in sede di replica, Toninelli, ha detto che «il ponte Morandi non lo faremo ricostruire a chi l'ha fatto crollare, e che ha potuto affermare che non c'era nessun problema sul ponte. Sarà Cdp-Fincantieri a ricostruire, con il timbro dello Stato».

Quanto alla demolizione, il ministro ha ricordato che entro il 1° settembre, si aspetta da Autostrade «alcune ipotesi operative e relative tempistiche relative alla demolizione dei tronconi del viadotto non collassati ed instabili».
Nella sua relazione al Parlamento, Toninelli ha attaccato l'attuale sistema delle concessioni autostradali denunciando l'asimmetria tra, da una parte, l'aumento dei pedaggi e degli incassi dei concessionari e, dall'altra, il progressivo disimpegno degli stessi concessionari sul fronte sugli investimenti. Investimenti che sono passati «da un importo medio di 2 miliardi degli anni 2000 ai 950 milioni del 2017». In particolare, nel periodo 2008-2017, la spesa per investimenti , ha detto Toninelli, è stata di 16,48 miliardi contro i 25,4 miliardi previsti nei piani finanziari delle stesse concessionarie, pari a un'attuazione del 64,87 per cento. «Manca il 35% degli investimenti previsti», ha concluso, denunciando anche i numerosi contenziosi sollevati dai concessionari («oltre 400 attualmente pendenti») al fine di ottenere «una indebita proroga dei termini concessori».
Quanto alle cause del crollo, Toninelli ha annunciato per il 13 settembre i primi elementi da parte della commissione ispettiva del Mit post “rimpasto”, cioè con il nuovo presidente Alfredo Principio Mortellaro, in sostituzione del provveditore Roberto Ferrazza.

La relazione del ministro Toninelli al Parlamento sulla tragedia di Genova

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