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Concorrenza, balneari e dighe fronti ad alta tensione

Per l’idroelettrico le gare regionali volute dalla Lega - FdI insiste sulle proroghe

di Carmine Fotina

Fanno sempre più notizia le spiagge, contesa decennale tra gli storici concessionari balneari e i funzionari di Bruxelles inamovibili a difesa della direttiva Bolkestein. Ma, di sicuro meno d’appeal, anche le concessioni idroelettriche sono state al centro di uno scontro con la Ue, registrando posizioni divergenti tra Lega e Fratelli d’Italia, oggi alleati al governo.

Quando nel 2022 il Parlamento approvò la legge annuale per la concorrenza Paolo Arrigoni, responsabile Energia della Lega, definì un «risultato straordinario» la conferma della regionalizzazione del settore idroelettrico (copyright Giancarlo Giorgetti) e il via libera alle gare per le concessioni scadute perché una proroga avrebbe rappresentato «un enorme regalo ai concessionari uscenti che avrebbero continuato a guadagnare a spese dei territori montani». Le gare sono tra l’altro un impegno assunto con la Ue all’interno del Pnrr.

Fratelli d’Italia aveva al contrario contestato procedure senza reciprocità rispetto ad altri Paesi europei, con il rischio di esporre il settore delle dighe a scorrerie di operatori stranieri. Tutto ribadito da Riccardo Zucconi, deputato di FdI, in un ordine del giorno approvato alla Camera come raccomandazione lo scorso 1° marzo. Zucconi, che ricorda le preoccupazioni espresse dal Copasir durante la presidenza di Adolfo Urso, esponente di punta di FdI e oggi ministro del Mimit, chiede al governo di riconoscere ai concessionari, anche nel caso in cui il titolo sia scaduto, un allungamento per un numero di anni proporzionato agli investimenti previsti.

Zucconi segue per FdI molto da vicino anche il tema delle concessioni balneari. Ha sempre espresso dubbi sull’applicazione della direttiva Bolkestein ma, nella fase in cui il governo guidato dalla leader del suo partito e in particolare il ministro di FdI Raffaele Fitto stanno negoziando una soluzione con Bruxelles, è anche tra i parlamentari più propositivi nel delineare possibili compromessi. Come, ad esempio, per quanto difficile, un doppio binario cioè proroghe lunghe, sulla base degli investimenti effettuati, per le concessioni pre-recepimento della direttiva Bolkestein (26 marzo 2010 con il Dlgs 59) e gare solo per quelle successive.

Dall’altra parte, al pari di esponenti di Forza Italia come Maurizio Gasparri, c’è l’intransigenza leghista a partire dal precursore delle proroghe, Gian Marco Centinaio, oggi vicepresidente del Senato. Da ministro del Turismo del governo Conte I, ideò la norma della legge 145/2018 che allungava la validità delle concessioni fino a tutto il 2033, termine poi cancellato dal Consiglio di Stato. Oggi la Lega è abbarbicata a difesa del nuovo rinvio al 31 dicembre 2024 varato con il Dl milleproproghe (fino a tutto il 2025 per i Comuni che attestano oggettivi impedimenti per avviare le gare).

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