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Concorsi digitalizzati, tempi ridotti e doppia incognita costi e anonimato

La riforma delle selezioni evita l’obbligo di pubblicazione dei bandi sulla Gazzetta

di Andrea Cubelli, Tiziano Grandelli e Mirco Zamberlan

È stato approvato il nuovo regolamento sui concorsi pubblici. Con quali conseguenze sugli enti locali? Con la sua entrata in vigore, il principio della pubblicità sarà garantito tramite il Portale InPa. Questo sarà la nuova bacheca per gli enti, che dovranno effettuare lì ogni comunicazione sui concorsi, compreso il calendario delle prove e il loro esito.

Il regolamento detta la durata massima del concorso, sei mesi dalla scadenza del bando. Fissa poi il tempo limite che l’ente locale ha a disposizione per ogni fase. Il termine per le ricezioni delle domande, che prima non doveva essere inferiore ai 30 giorni, ora sarà a discrezione dell’ente, non meno di 10 giorni e non più di 30. In caso di problemi parziali o totali alla piattaforma le tempistiche potrebbero aumentare in quanto l’amministrazione deve prorogare la scadenza per la durata del malfunzionamento. Il regolamento fissa anche i tempi delle prove: quella scritta si deve svolgere entro 30 giorni dal termine della presentazione delle domande e quella orale entro 20 giorni dalla prova scritta.

Il regolamento costringe gli enti locali a inserire nei nuovi bandi la percentuale di rappresentanza dei generi, calcolata alla data del 31 dicembre dell’anno precedente. Se la differenza dei generi sia superiore al 30% si deve applicare il titolo di preferenza per quello svantaggiato.

Ma la grande modifica che potrebbe causare grossi problemi agli enti locali è la digitalizzazione della prova scritta.

Il primo ostacolo è di carattere finanziario: come fa un’amministrazione a garantire a ogni candidato uno strumento elettronico per effettuare la prova, se questa operazione non deve gravare sul bilancio, come richiede il regolamento?

Un secondo problema riguarda il comportamento da adottare nel caso di malfunzionamento del dispositivo. Vero che il regolamento afferma che è necessario fissare un tempo aggiuntivo, ma quest’ultimo si deve assegnare solo al candidato che ha avuto il problema con lo strumento elettronico o va a favore di tutti?

Ancora come è noto la correzione degli elaborati nei concorsi deve essere svolta in forma anonima, in modo da non andare contro il principio di imparzialità. Risulta davvero difficile trovare una soluzione a questa problematica, in quanto sulla prova non si può scrivere un codice o qualsiasi segno di riconoscimento, ma allo stesso tempo il file deve essere ricondotto a ogni singolo candidato.

Il regolamento ha sicuramente semplificato su vari aspetti la gestione concorsuale da parte degli enti locali, dalla ricezione delle domande alle tempistiche ridotte, però ha reso tutto più complesso con la digitalizzazione della prova scritta, in quanto spesso le amministrazioni locali, soprattutto se di medie o piccole dimensioni, non sono fornite di aule informatiche idonee. In tal caso, per evitare oneri finanziari ulteriori, si potranno utilizzare le vecchie carta e penna senza incorrere in sanzioni?

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