Progettazione

Progettazione, sorpresa: in pandemia aumentati avvisi e importi di gara

I numeri (nazionali e regionali) del rapporto Onsai-Cresme. Gli architetti: ancora molte criticità nei bandi

di Massimo Frontera

La pandemia non ha danneggiato l'andamento del mercato pubblico della progettazione a livello nazionale; e anzi, in alcuni territori, come nel caso della Sicilia, emergono numeri sorprendentemente superiori alla media Italia. Il dato - positivo e incoraggiante - emerge dai numeri rilevati dalla banca dati Onsai degli architetti, diffusi e commentati nel webinar
del 27 novembre scorso promosso dall'ordine degli architetti di Agrigento insieme al Cresme e in collaborazione con la rete delle professioni tecniche
. «Nonostante la crisi economica determinata dal Covid - hanno spiegato i tecnici che hanno redatto il rapporto - Onsai ha rilevato, per il 2020, un notevole incremento degli affidamenti a liberi professionisti, rispetto al 2019, specialmente in Sicilia, dove sono evidenti gli effetti dell'adozione, da parte della Regione, dei bandi tipo per i concorsi e per gli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria». Quest'ultima affermazione si riferisce al decreto dell'assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Marco Falcone, emanato fin dal dicembre del 2018, e successivamente aggiornato.

Ed ecco i numeri, riferiti ai primi dieci mesi del 2020, a confronto con lo stesso periodo dell'anno prima. A livello nazionale, l'Osservatorio nazionale degli architetti, ha censito 3.437 bandi di servizi di architettura e ingegneria (Sai) per un valore complessivo di 516,8 milioni di euro, con un doppio incremento sul 2019: sia per quanto riguarda il numero dei bandi (2.935 unità, pari a +17,1%), sia per quanto riguarda il valore degli importi (496,2 milioni di euro, pari a +4,1%).

In Sicilia, come si diceva, l'andamento è stato ancora più brillante, con un numero di bandi pari a 551 per 44 milioni di importo, pubblicati tra gennaio e ottobre 2020. Anche in questo caso l'incremento tendenziale - significativamente più sostanzioso del dato medio nazionale - ha riguardato sia il numero di bandi (+88,7%, per 292 avvisi), sia l'importo complessivo a base d'asta (+10,8%, per 39,7 milioni di euro). In altre parole, in Sicilia il ritmo della pubblicazione dei bandi è stato del 71,7% maggiore rispetto alla media nazionale e gli importi a base d'asta più elevati del 6,7% rispetto alla media Italia.

Anche il segmento dei concorsi di architettura offre ottimi segnali di sviluppo. Sempre considerando il periodo gennaio-ottobre 2020, la media nazionale vede una sostanziale stabilità del numero degli avvisi (96 pubblicati nel 2020 contro i 98 del 2019) ma un notevole incremento negli importi, pari a +57,4% (oltre 6,6 milioni nel 2020 contro i 4,2 del 2019). In Sicilia invece, grazie soprattutto ai recenti bandi promossi a Palermo, il numero dei concorsi è raddoppiato (da 3 del 219 a 6 nel 2020), ma i valori sono esplosi, passando dai 149.500 euro del 2019 agli oltre 2,5 milioni di euro nel 2020.

L'incremento dei bandi è un segnale importante, ma ancora più importante è che il percorso della procedura arrivi fino in fondo. E qui le cose si fanno più difficili. A dirlo è sempre l'Osservatorio Onsai, che oltre a censire gli avvisi rappresenta soprattutto un osservatorio critico della qualità dei bandi. E la qualità dei bandi osservati - almeno dal punto di vista degli architetti - non è ancora soddisfacente. Nei 1.092 bandi di progettazione, direzione esecuzione e collaudo analizzati nel periodo luglio-ottobre di quest'anno, ben 885 hanno fatto emergere delle "criticità" e solo 207 avvisi sono stati "promossi". Tra i rilievi considerati più gravi (in quanto in violazione al codice appalti e/o ad altre norme di rango primario) gli architetti segnalano la «prestazione non riservata agli architetti per immobili storici» e l'«errata procedura in relazione all'importo del corrispettivo». Non mancano altre violazione al codice appalti, considerate tuttavia meno gravi. Rientrano in questa casistica, per esempio, il «mancato rispetto del divieto di cauzione provvisoria», la «mancata indicazione dei criteri di valutazione», l'«errata quantificazione dei fattori ponderali», il «non previsto scarto automatico delle offerte anomale» nei bandi al massimo ribasso, la «mancata adozione di criteri oggettivi e non discriminatori» e il «mancato rispetto dei termini per la presentazione delle offerte». In relazione alle richieste del fatturato, tra le mancanze contenute negli avvisi, i professionisti indicano il «la richiesta non adeguatamente motivata» e il «mancato rispetto del limite massimo del doppio dell'importo in gara».

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