Concorsi, espulso il candidato che nel corso della prova fotografa l'elaborato con il cellulare
A nulla vale che il telefono non sia stato utilizzato per comunicare con l'esterno
A prescindere dall'inquadratura - nella vicenda lo stesso elaborato del concorrente - scattare foto durante le prove di un concorso può determinare l'espulsione del candidato perché è vietato portare in aula il telefono cellulare. E in proposito a nulla vale dimostrare, tabulati telefonici alla mano, che il cellulare non sia stato utilizzato per comunicare con l'esterno. Così la sentenza n. 95/2022 del Tar Basilicata.
La disciplina dei concorsi pubblici prevede che durante le prove scritte ai concorrenti non è permesso di comunicare tra loro verbalmente o per iscritto ovvero mettersi in relazione con altri salvo che con gli incaricati della vigilanza o con i membri della commissione esaminatrice. Il concorrente che contravviene a queste disposizioni è espulso dal concorso. La commissione esaminatrice o il comitato di vigilanza hanno il compito di far osservare dai candidati queste disposizioni con facoltà di adottare i provvedimenti necessari. Va evidenziato che la mancata esclusione durante le prove non preclude che sia comunque disposta in sede di valutazione degli elaborati.
Nella vicenda trattata dal Tar di Potenza poco prima delle consegne dei compiti i componenti della commissione esaminatrice avevano notato un candidato che aveva estratto il cellulare nell'intento di fotografare il proprio elaborato. La commissione di concorso aveva quindi espulso il concorrente dall'aula sebbene lo stesso dopo la contestazione avesse già cancellato le fotografie dal dispositivo elettronico.
Secondo il giudice l'esclusione del candidato è legittima anche quando la commissione non abbia espressamente invitato i candidati a consegnare i telefonini poiché il candidato deve «spontaneamente» consegnarlo alla commissione prima di entrare in aula d'esame all'atto delle identificazioni.