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Concorsi: prove preselettive, telefoni cellulari in aula d'esame, quesiti situazionali e titolo di studio estero

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di Gianluca Bertagna

La rubrica settimanale con la sintesi delle novità normative e applicative sulla gestione del personale nelle Pa.

Prove pre-selettive di concorso
Il Tar Lazio-Roma, sezione I-stralcio, nella sentenza 3 luglio 2023 n. 11133, ha confermato che l'amministrazione può legittimamente decidere che la prova pre-selettiva di un pubblico concorso sia superata sulla base della regola quantitativa definita con una soglia di sbarramento, anziché fissare un punteggio minimo di idoneità, dal momento che quest'ultimo è previsto (dal Dpr 487/1994) solo per le prove scritte e orali. Quando la correzione avvenga in modalità automatizzata è possibile e corretto che la commissione giudicatrice effettui un controllo manuale "a campione", per accertare la correttezza delle risposte date e la congruenza con il punteggio assegnato dal correttore automatico; ovviamente, dovrà procedere la stessa commissione nei casi di impossibilità di correzione automatizzata.

Telefoni cellulari/smartwatch nell'aula d'esame
Il divieto da parte dei candidati di portare/detenere nell'aula d'esame telefoni cellulari, smartwatch eccetera, a pena di esclusione, deve essere espressamente previsto dal bando di concorso; diversamente, la commissione non può comminare la causa espulsiva per la mera detenzione degli stessi. Questo in quanto l'attuale normativa non li ricomprende all'interno della lista degli oggetti vietati di cui all'articolo 13, comma 3, del Dpr 487/1994 (che annovera «carta da scrivere, appunti manoscritti, libri o pubblicazioni di qualunque specie»). Lo ha affermato il Tar Puglia-Lecce, sezione II, nella sentenza 29 giugno 2023 n. 853.

Quesiti situazionali nelle prove di concorso
In materia dei quesiti situazionali che si possono sottoporre ai candidati di un concorso, il Consiglio di Stato, sezione VII, 5 luglio 2023 n. 6587 ha fornito la seguente sintesi:
• essi afferiscono agli studi sui comportamenti organizzativi (insieme delle azioni messe in atto da un individuo, sollecitate dalla combinazione del contesto e delle caratteristiche proprie dell'individuo stesso) svolti nell'ambito di discipline di matrice psico-sociologica finalizzate, nel loro complesso, a individuare e comprendere i fattori che promuovono o ostacolano le prestazioni individuali, di gruppo e di un'organizzazione;
• detti quesiti hanno lo scopo di valutare le abilità e le competenze trasversali (soft skills), richieste per coprire la determinata posizione lavorativa, indagando se un candidato è in grado di intraprendere le azioni più appropriate in un determinato scenario ipotizzabile nella sua specifica situazione lavorativa;
• mentre i quesiti tecnici si concentrano sulle conoscenze necessarie al profilo professionale richiesto, le competenze trasversali riguardano le abitudini e gli atteggiamenti che si assumono in diverse situazioni all'interno di un ambiente di lavoro;
• per effettuare correttamente la valutazione, il quesito proposto dalla pubblica amministrazione deve indicare tutti i dettagli rilevanti per consentire ai candidati di analizzare lo scenario di contesto e maturare una capacità di giudizio che individui quella maggiormente efficace sicché, all'evidenza, non esiste una risposta astrattamente sbagliata, ma la risposta più o meno efficace nella situazione descritta;
• in tale contesto l'ambito di discrezionalità dell'amministrazione è particolarmente ampio e la scelta delle domande da somministrare ai candidati, come la successiva valutazione delle risposte fornite, sono sindacabili dal giudice amministrativo a condizione che risulti evidente l'assoluta incomprensibilità del quiz o la irragionevolezza della risposta prescelta come più efficace oppure che sia fornita la prova, o quanto meno un principio di prova, per contestare la correttezza della soluzione proposta dall'amministrazione.

Titolo di studio estero per partecipare ai pubblici concorsi
«… ai sensi della disciplina dettata dall'art. 38 D. Lgs. 165/2001, i possessori di un titolo di studio estero di qualsiasi livello possono partecipare a concorsi e avvisi per posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche italiane solo tramite una procedura di riconoscimento del titolo richiesto dall'avviso. La procedura, prevista dalla stessa legge, ha lo scopo di valutare l'equivalenza del titolo straniero a quello italiano richiesto da un determinato bando di concorso al fine dell'ammissione agli esami di quel concorso, senza che venga rilasciato un titolo italiano (c.d. equipollenza). L'ente responsabile deputato a tale procedura è il MIUR e/o la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento tale Funzione Pubblica –UOLP – Servizio per le assunzioni e la mobilità …». È quanto ha stabilito il Tar Lazio-Roma, sezione I-ter, nella sentenza 13 luglio 2023, n. 11678.