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Concorsi pubblici a quiz, illegittima la formulazione di quesiti ambigui

A ogni domanda dei test a risposta multipla deve corrispondere un'unica risposta esatta

di Pietro Alessio Palumbo

Nei concorsi a quiz ogni quesito deve prevedere soltanto una risposta esatta. Sono invalidi i quesiti contenenti più risposte corrette ovvero nessuna risposta giusta. Secondo il Tar Lazio, sentenza 11048/2021, perché le domande somministrate ai concorrenti possano ritenersi rispondenti al principio di ragionevolezza dell'azione amministrativa occorre che in quanto destinate a ricevere risposta in tempi brevi siano formulate in modo tale da facilitare la speditezza della selezione senza pregiudicare la par condicio tra gli aspiranti al posto di lavoro. Pertanto i test devono essere formulati in maniera chiara, non equivoca o ambigua, e soprattutto in modo da consentire l'univocità della risposta corretta che deve essere sempre presente tra quelle proposte al candidato.

Con riferimento alla correttezza delle risposte previste dai questionari a risposte multiple utilizzati nelle prove dei concorsi pubblici, la giurisprudenza ha costantemente affermato che questi temi riguardano valutazioni della commissione in sede di predisposizione e successiva validazione dei quesiti: una discrezionalità del tutto tecnica che per Costituzione è riservata alla Pa coinvolta.

Nella scelta delle domande da somministrare ai candidati e nel successivo giudizio sulle risposte fornite, la commissione di concorso formula un giudizio specialistico, espressione di puro merito che come tale non è sindacabile dal Tar; salvo che risulti viziato da macroscopica illogicità, arbitrarietà o irragionevolezza.

Qualora un candidato metta in discussione davanti al Tar un ipotetico errore che l'amministrazione avrebbe compiuto nel ritenere esatte alcune risposte ai quiz, gli chiede di "sconfinare" in un ambito precluso al giudice amministrativo; sollecitandolo a sostituirsi alla commissione di concorso, unica titolare del potere di stabilire quale sia la risposta esatta per ogni test, secondo la propria visione scientifica, professionale e culturale.

Tuttavia se certamente compete all'amministrazione la formulazione delle domande, è sicuramente rilevabile da parte del Tar l'eventuale indeterminatezza o doppiezza o persino lo "svarione" contenuto nei quesiti; vale a dire quiz nei quali non sia nettamente individuabile la singola ed esclusiva risposta giusta tra quelle proposte.

Nella vicenda al vaglio del Tar la soluzione indicata dalla Commissione ad alcuni test non poteva essere quella incontrovertibilmente corretta; in alcuni quiz riguardanti articoli della Costituzione erano addirittura sbagliate tutte le risposte flaggabili. Il giudice amministrativo ha conseguentemente ritenuto che fosse impossibile effettuare una piena valutazione delle competenze del candidato.

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