Personale

Concorso revocabile se il posto non serve più

Per sopravvenute esigenze organizzative o per il mutamento della situazione di fatto o di diritto e per ragioni di interesse pubblico

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di Pietro Alessio Palumbo

L'Amministrazione può procedere alla revoca della procedura concorsuale quando per sopravvenute esigenze organizzative ovvero per il mutamento della situazione di fatto o di diritto e quindi per ragioni di interesse pubblico non si renda più necessaria la copertura del posto messo a concorso.

Secondo il Consiglio di Stato (sentenza n. 11542/2022) il bando con cui si indice il concorso va qualificato come un normale atto generale. E alla stessa stregua deve classificarsi il provvedimento con cui la Pa può revocare il bando. L'ampio potere discrezionale riconosciuto all'amministrazione perimetra anche il contenuto della motivazione da addurre a sostegno della decisione di non concludere il procedimento di assunzione. In altre parole anche se tali atti devono conformarsi ai consueti canoni di ragionevolezza, di proporzionalità e di ponderazione, per gli stessi non è richiesta una motivazione dettagliata che riscontri interessi privati in contrasto.

Il concorso era stato segnato da una serie di vicende anche penali, con eco sui mezzi di informazione, tali, dunque, da essere ben conosciute non solo dai candidati ma anche dalla collettività. Tutti fattori che, a parere del giudice, escludono che nei candidati possa essersi ingenerato un affidamento, legittimo, nella positiva conclusione del concorso. Secondo il Consiglio di Stato nel caso in vicenda il mutamento della organizzazione interna dell'Amministrazione, anche in relazione agli interventi nomativi, nonché la rinnovata valutazione delle esigenze assunzionali a distanza di anni dall'indizione della procedura, possono giustificare la decisione dell'ente di revocare la procedura concorsuale.

La Pa è titolare del potere di revoca di un bando fino al momento in cui non sia intervenuta la nomina dei vincitori. Fino a tale momento i partecipanti vantano una semplice aspettativa alla conclusione del procedimento. Con riferimento all'onere di motivare, la revoca o annullamento d'ufficio di un concorso richiede una motivazione puntuale e penetrante solo quando il procedimento concorsuale sia completato e perfezionato con l'intervento della presa d'atto della graduatoria, seguito dall'invito a prendere servizio. Atti che determinano il sorgere di una posizione soggettiva qualificata e tutelata costituita dall'affidamento del concorrente chiamato al lavoro. In assenza di un atto conclusivo del procedimento concorsuale, la revoca del concorso può essere giustificata con sintetiche ragioni di ordine strutturale che esplicitino l'interesse pubblico a fronte di un affidamento da parte dei concorrenti.

La revoca di una procedura concorsuale rientra negli ordinari poteri decisionali della Pa che può provvedere in tal senso fino a quando non siano intervenute le nomine in servizio - vantando i partecipanti la mera fiducia nella effettiva conclusione delle selezioni - in presenza di motivi di pubblico interesse, da richiamare nel provvedimento, che sconsiglino la prosecuzione dell'iter concorsuale per sopravvenute necessità.

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