Regioni

Costruzioni, grazie al Pnrr la ripresa (non solo dei cantieri) può ripartire dal Sud

Studio Ance: al Mezzogiorno risorse per 96 miliardi, a fare la differenza sarà la capacità di spesa delle amministrazioni locali

di Mauro Salerno

Può ripartire dal Sud la ripresa dei cantieri italiani (e non solo) Lo dicono i dati di uno studio presentato dall'Ance, nel corso di una giornata-evento in Puglia in cui sono stati presentati i numeri che mettono il Mezzogiorno in prima fila nelle attese di riscatto economico post- pandemia. Sarebbe una novità assoluta per un paese da sempre trainato dalla locomotiva Nord. Non è un caso che - forse con un pizzico di esagerazione - lo studio dei costruttori, basato anche sulle attese e la destinazione dei finanziamenti del Pnrr, sia stato battezzato «Locomotiva Sud: come il Mezzogiorno può trainare la ripresa italiana grazie al Pnrr».

Le ragioni di tanto ottimismo? L'Ance cita di dati (Prometeia) secondo cui nel 2022 è atteso un importante recupero del Pil che nel Mezzogiorno (+4,1%) sarà superiore a quello del Centro-Nord (rispettivamente pari al +3,7% e al +3,8%). Anche per le costruzioni sarà il Sud a esibire i migliori tassi di crescita, stimati attorno al 9%, dopo una crisi che ha spazzato via al Sud 245 mila posti di lavoro e oltre 30 mila imprese.

Non va dimenticato che uno degli obiettivi prioritari del Pnrr è proprio la riduzione del divario economico tra Nord e Sud. Lo ha ricordato anche il ministro delle Infrastrutture, segnalando pochi giorni fa nel corso di un'audizione in Parlamento, che « il Pnrr è uno strumento senza precedenti per affrontare il tema del recupero del divario infrastrutturale» tra Nord e Sud. Anche grazie al fatto che «il 50% dei 40 miliardi di euro finanziati dal Next generation Eu va alle regioni del Mezzogiorno» e che tale percentuale «sale al 63% se si considerano unicamente le nuove risorse. Per il Piano Complementare (circa 10 miliardi di euro) la percentuale di risorse destinate alle regioni del Mezzogiorno è pari al 91%».

Lo studio Ance allarga lo sguardo a tutti i finanziamenti del Pnrr e segnala che «al Mezzogiorno è destinata una quota rilevante di fondi: 82 miliardi di euro, il 40% del totale delle risorse». Ma non c'è solo il Pnrr. L'Ance calcola che tra fondi ordinari, Fondo sviluppo e coesione e nuovi fondi della programmazione europea i cantieri del Sud beneficeranno di risorse per almeno 96 miliardi di euro.

Insomma, i soldi non mancheranno. Piuttosto c'è da fare attenzione a a come saranno spesi e soprattutto alla velocità con la quale si passerà dagli annunci all'emissione delle fatture. Un nervo scoperto per il Sud. E lo studio Ance non manca di sottolinearlo.

«A fronte delle ingenti risorse destinate al Mezzogiorno, il nodo cruciale risiede nell'effettiva capacità di spendere e di realizzare le opere», avvertono i costruttori. Gli ultimi dati sull'avanzamento della spesa dei Fondi strutturali 2014-2021 (Fesr+Fse) mostrano a livello regionale risultati migliori al Centro-Nord rispetto al Sud: 59% contro 45%. A parte Puglia (65%) e Basilicata (54%), le regioni del Mezzogiorno sono in coda alla classifica. E a due anni dalla chiusura della programmazione 2014-2020, nelle regioni del Mezzogiorno risultano ancora da spendere 10,8 miliardi di euro.

Ritardi ancora più gravi riguardano la spesa dei fondi nazionali per il riequilibrio territoriale. «Lo stato di avanzamento al 30 aprile 2021 degli interventi del Fondo sviluppo e coesione - segnalano ancora i costruttori - mostra a fronte di risorse programmate per 47,6 miliardi di euro, un livello di spesa pari al 7,5%, corrispondente a soli 3,6 miliardi di euro dopo quasi 7 anni». Un track-record non proprio incoraggiante alla vigilia del programma europeo che impone di portare a termine tutti i progetti entro il 2026.

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