Cresme: macchine movimento terra e materiali edili tornano a crescere
Il mercato delle macchine ha registrato una crescita del 18,2% nel periodo luglio-settembre rispetto al 2019, con la vendita di 4.150 mezzi
Continuano ad arrivare segnali positivi di rimbalzo del terzo trimestre dell’anno dal mondo vicino all’edilizia e in particolare dall’indotto delle macchine e dei materiali.
Il mercato del movimento terra ha registrato una crescita del 18,2% nel periodo luglio-settembre rispetto al 2019, con la vendita di 4.150 macchine. Lo registra l’Osservatorio vendita macchine e impianti per le costruzioni del Cresme, realizzato con Cantierimacchine e Ascomac. Il dato segue la doppia flessione del primo e secondo trimestre, rispettivamente del 15,1% e del 23,7%. Questo dato consente di correggere la perdita per l’anno in corso, che era del 20% nel primo semestre, al 7,7% nei primi nove mesi dell’anno. Fra le tipologie di macchine, in crescita nel terzo trimestre in particolare le vibrofinistrici (+69%), le mini (+22,1%) e le macchine di movimento terra tradizionali (11,9%).
Positivo anche l’indice congiunturale Cresme/CLab che nel mese di settembre fa registrare una crescita del 4% dopo il +30% registrato ad agosto. Cresme/CLab monitora l’andamento del settore dei materiali per l’edilizia grazie alle indicazioid i mercato di un panel ristretto di aziende leader come BTicino, Cambielli Edilfriuli, Colorificio San Marco, Cifa, Saint-Gobain, Terreal, Xella, Knauf.
«Il mese di settembre - dice una nota del Cresme - era partito con maggior forza, con la crescita delle vendite di prodotti per l'edilizia che aveva beneficiato dell'abbrivio del dato di agosto, specialmente nel canale della grande distribuzione. La seconda parte del mese, però, è stata caratterizzata da segnali di rallentamento. Dopo i dati eccezionali dei mesi precedenti, con il passare delle settimane il mix di prodotti venduti e i corrispondenti volumi di vendita per canale hanno mostrato una progressiva normalizzazione, pur mantenendo una dinamica positiva».
Tra i fattori critici «da segnalare le contraddizioni che stanno emergendo in riferimento ad una domanda potenziale di superbonus importante e tempi di avvio rallentanti per gli interventi, mentre sulle dinamiche settoriali sta incidendo anche la lentezza della macchina burocratica che lavora ancora a ritmo ridotto».
Il trend ha riguardato tutti i comparti, anche se, al livello territoriale, i dati migliori sono arrivati dalle regioni del Nord. Bene i prodotti innovativi e quelli connessi (IoT) e sono ripartiti gli ordini gestiti negli stock dei distributori.
A consuntivo, settembre «ha confermato le aspettative più prudenti espresse dagli operatori e anche ottobre sembra essere iniziato con piglio positivo».
Nel complesso, le risposte degli operatori che partecipano alla rilevazione si sono distribuite all'interno di un range che va dal +18,5% al -1,7%. La crescita di settembre e il buon avvio di ottobre hanno quindi indotto le imprese a migliorare ulteriormente le previsioni per il 2020: la previsione complessiva per l'anno si attesta, infatti, al -9,0%, dal -9,5% di agosto. Ricordiamo che ad aprile le attese sull'anno erano pari al -20% e ancora a luglio del -13%.