Urbanistica

Dal Superbonus (prorogato al 2022) cantieri per oltre 8 miliardi di euro

Con la scadenza attuale impatto di solo 2,4 miliardi (tutti nel 2021). In 23 anni 346 miliardi di investimenti

di Massimo Frontera

Oltre 8 miliardi di euro, è questa la dimensione della spinta dell'edilizia prodotta dal superbonus, a patto però di prorogarne l'attuale scadenza del dicembre 2021 almeno fino a tutto il 2022. In caso contrario l'effetto, pur consistente, sarà molto più ridotto, pari a poco pi di 2,4 miliardi di euro. La stima è del Cresme, il centro studi più qualificato sul settore delle costruzioni, ed è contenuta nel consueto rapporto Cresme-Camera dei deputati sul "Recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell'impatto delle misure di incentivazione", presentato oggi a Montecitorio, presso la commissione Ambiente.

La stima del Cresme è accurata e ha le sue basi nelle analisi condotte sull'intera serie storica dei 23 anni di agevolazioni fiscali sui lavori edilizi, tenendo conto di numerose variabili non strettamente numeriche (come la complessità degli adempimenti burocratici; le modifiche delle aliquote; le modifiche degli interventi incentivati; le caratteristiche delle tipologie edilizie degli immobili efficientati; le caratteristiche dei soggetti titolari degli immobili). Un patrimonio di dati e conoscenza che è stato messo al servizio dell'inedita opportunità del superbonus e delle sue possibili declinazioni: antisismica, efficientamento energetico, fotovoltaico e colonnine di ricarica. «Nell'ipotesi del mantenimento della norma attuale (conclusione a tutto il 2021) - scrive il Cresme - l'impatto è pari a 2.421 milioni, tutti nel 2021». Invece, «nell'ipotesi di un prolungamento dei benefici a tutto il 2022 l'impatto può essere valutato in 8.069 milioni di euro, dei quali 1.614 nel 2021 e 6.455 nel 2022».

In altre parole, il Cresme prevede che nell'incertezza della proroga la corsa al beneficio si concentrerà nell'unico periodo disponibile. Se invece i contribuenti avranno la certezza di avere più tempo allenteranno la pressione sul 2021 e si focalizzeranno soprattutto sull'anno successivo. «Il Superbonus del 110% va ampliato e prolungato», ha commentato l'ospite dell'evento, la presidente della Commissione Ambiente della Camera, Alessia Rotta, sottolineando che il sistema degli incentivi «ha un doppio valore positivo: da una parte migliora la qualità dell'ambiente rendendo le nostre abitazioni meno energivore e più sicure e dall'altra alimenta la crescita». Il bacino potenziale del superbonus è vastissimo. Ragionando sulle condizioni dello stock edilizio nazionale, il Cresme stima un universo potenziale («basato esclusivamente sugli oggetti e non sui soggetti titolari») di 6 milioni di edifici, nei quali sono contenute 19 milioni di abitazioni. L'universo potenziale degli interventi di rischio sismico vale 1.011 miliardi di euro. L'entità dei lavori di efficienza energetica, sviluppa invece una potenzialità di 600 miliardi. «Nel complesso, per le due finalità dei lavori, l'universo potenziale degli interventi assomma a 1.607 miliardi di euro». «Questo valore - precisa il rapporto - rappresenta il bacino potenziale massimo possibile di intervento (senza limiti temporali, né limiti alla disponibilità dei soggetti titolari e dei soggetti coinvolti dalla norma)».

I 23 anni di storia dei benefici fiscali hanno cumulato numeri imponenti, sia come contributo al Pil, sia come sostegno all'edilizia, sia come emersione del lavoro nero, sia come stimolo all'occupazione. Solo considerando l'impatto economico, complessivamente, tra il 1998 e il 2020, il Cresme conta oltre 21 milioni di interventi legati agli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica per oltre 346 miliardi di euro di investimenti attivati. Nel solo 2019 il volume di investimenti è stato di quasi 28,8 miliardi. «Nel 2020 - si legge nel rapporto - a causa della crisi pandemica, la previsione costruita a partire dai dati dei primi nove mesi dell'anno porta a stimare questo valore in 25.105 milioni di euro, con una flessione del 12,7% rispetto al 2019». Sulla base dell'analisi del rendiconto mensile dei pagamenti, il Cresme rileva che «la flessione causata dalla pandemia è durata cinque mesi, da aprile ad agosto, con picchi di riduzione rispetto allo stesso periodo del 2019 toccati a maggio (-57,9%) e giugno (-42,6%); mentre con settembre l'attività è tornata crescere del +6,5%».

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