Fisco e contabilità

Danno erariale al Comune che nel calcolo per i rimborsi su minori entrate Ici inserisce anche beni esenti

È quanto si ricava dalla sentenza della Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la Regione Calabria

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di Claudio Carbone

Produce danno erariale la condotta del Comune diretta a ottenere dallo Stato spettanze a titolo compensativo del minore gettito Ici nel caso in cui siano stati considerati tra i beni indicati anche alcuni immobili esenti dal tributo. Inoltre, in merito alle conseguenze in sede penale e, in particolare, quanto alla ricostruzione dell'elemento soggettivo dell'illecito, la condotta posta in essere, in presenza di reiterate segnalazioni di irregolarità delle richieste di rimborso trasmesse al ministero dell'Interno (avanzate da consiglieri comunali, dall'organo di revisione e dalla Corte dei conti), unitamente alla dimostrata insussistenza dei presupposti di legge per accedere al beneficio in questione, costituiscono nel loro complesso elementi per accertare la gravità della colpa da ascrivere ai soggetti che vi hanno partecipato.

È quanto si ricava dalla sentenza n. 280/2021 della Corte dei conti, Sezione Giurisdizionale per la Regione Calabria, chiamata a esaminare la certificazione dell'ente locale per ottenere le indennità a titolo compensativo per i fabbricati classificabili nel gruppo catastale D, non iscritti in catasto o iscritti in catasto ma privi di rendita e interamente posseduti da imprese e distintamente contabilizzati per i quali i contribuenti avevano effettuato un'autodeterminazione provvisoria delle rendite catastali. Dall'analisi dei documenti di giudizio, il giudice contabile ha accertato che l'inattendibilità delle certificazioni emesse dal Comune era stata sollevata in Consiglio comunale da un consigliere e, nuovamente, dal revisore dei conti in ben due occasioni.

Una prima, nella formulazione della relazione di competenza in occasione dell'approvazione del bilancio di previsione, rilevando che il minore gettito richiesto ai fini compensativi al ministero dell'Interno era da ritenere assolutamente non attendibile sulla base della verifica dell'ammontare complessivo delle rendite dei fabbricati di categoria D riferite al comune come presenti in catasto e oggetto della richiesta da parte dell'ente locale. Una seconda, invece, dove il citato revisore dei conti, successivamente, confermava i rilievi già esposti anche al momento della presentazione della relazione riferita al rendiconto per l'esercizio finanziario precedente a quello del bilancio appena approvato.

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