De Albertis torna presidente dell'Ance. Priorità: innovazione, regole, fisco, città
Drastica semplificazone burocratica; revisione della fiscalità immobiliare; rilancio delle politiche urbane e modernizzazione del processo e del prodotto edilizio. Queste le quattro direttrici del mandato di Claudio De Albertis che, da ieri, è il nuovo presidente dell'Ance, la principale associazione confindustriale dei costruttori edili privati italiani. De Albertis è già stato presidente dei costruttori dal 2000 fino al 2006, quando ha lasciato il posto a Paolo Buzzetti, l'imprendiotore romano e presidente uscente che ora restituisce la poltrona al collega milanese, chiudendo una tra le più lunghe presidenze nella storia dell'Ance. Il suo nome ha raccolto la maggioranza dei voti delle associazioni territoriali, che si sono divisi tra lui e il candidato dell’Emilia Romagna, Gabriele Buia.
«Sono stato presidente in un periodo molto fortunato per l'edilizia - esordisce De Albertis -, ora questi nove anni di crisi mi lasciano sperare in un periodo nuovamente favorevole». Classe 1950, genovese di nascita ma residente e attivo a Milano con la storica impresa di famiglia (Borio Mangiarotti), De Albertis è stato, fino al giugno 2015, presidente di Assimpredil, la potente associazione dei costruttori edili di Milano. A gennaio 2014 è stato eletto presidente della Triennale di Milano.
«Questa crisi ha lasciato segni - riconosce il neopresidente dell'Ance - ma c'è l'idea che bisogna affermare un ruolo diverso dell'impresa: essere gestori di fattori complessi, essere più innovativi. La selezione è stata durissima ma molte imprese che sono uscite dalla crisi lo hanno fatto in modo brillante. Dobbiamo prendere esempio da queste».
Sono quattro i dossier su cui lavorare nei prossimi anni. Al primo posto De Albertis mette la semplificazione. «Viviamo di una esondazione normativa mostruosa. Dobbiamo costruire un quadro in cui le imprese che si possano muovere più semplicemente. Vedo i capicantere che riempiono carte tutto il giorno, questo mi preoccupa. La burocrazia ci soffoca e reprime l'entusiasmo e la voglia di investire». La fiscalità è il secondo posto. «Nel settore privato questo è un tema sostanziale. Noi chiediamo una rivisitazione complessiva del sistema immobiliare. Il risparmio degli italiani è fatto per molta parte di investimento immobiliare. Le tasse diminuiscono la propensione agli investimenti».
Poi ci sono le città. «Tanti anni fa facemmo bellissimi convegni sulle città. Il discorso va ripreso. Le città sono la nostra ricchezza. C'è carenza di infrastrutture, sia materiali che immeateriali. Vanno create sinergie, reti. Gli imprenditori edili hanno un ruolo centrale, non legato all'espansione ma alla rifunzionalizzazione». Non manca un'autocritica al settore.
«Dobbiamo crescere in innovazione di processo e prodotto, possiamo farlo solo attraverso alleanze serie che vanno premiate dai committenti. E dobbiamo, con gradualità, far diventare il nostro prodotto un prodotto industriale di cui governare i costi di gestione e di utilizzo».
Eletti anche gli otto vicepresidenti che affiancheranno De Albertis su temi specifici. In questo caso il mondo Ance ha dato un segnale di sostanziale continuità confermando quasi tutti gli ultimi vicepresidenti della stagione di Buzzetti. Con una eccezione di rilievo che riguarda la delicata delega alle opere pubbliche, che è stata affidata all'attuale presidente dei costruttori romani, Edoardo Bianchi.
I vicepresidenti confermati sono: l'imprenditore di Parma Gabriele Buia alle relazioni industriali e affari sociali (e vicepresidente vicario); il bresciano Giuliano Campana al settore economico, fiscale e tributario; Gianluigi Coghi al settore Tecnologia, innovazione e ambiente; Vincenzo Di Nardo al partenariato pubblico privato. Rodolfo Girardi conserva la delega al centro studi. L'attuale presidente dei giovani imprenditori, Filippo Delle Piane, avrà la delega sui temi dell'edilizia e del territorio. Ad Alessandro Cherio è andata la delega ai rapporti interni.