Imprese

Decreto Agosto, esonero contributivo utile per le aziende in ripresa

Con Cig pregressa a zero ore convenienza solo al posto di una nuova Cassa al 17,3%

di Enzo De Fusco e Cristian Valsiglio

Se a maggio e giugno è stata utilizzata per un lavoratore una cassa integrazione a zero ore, l'esonero contributivo conviene all'azienda solo se si profila fino a fine anno per lo stesso lavoratore una cassa integrazione media inferiore al 17,3% delle ore lavorabili. La convenienza scende con una cassa integrazione solo del 5,1% se, invece, nel bimestre interessato il lavoratore ha avuto una riduzione oraria complessive di 100 ore. È quanto emerge dalle prime proiezioni sulla convenienza dell'esonero contributivo come alternativa all'utilizzo delle nuove 18 settimane di cassa covid fino al 31 dicembre. L'articolo 3 del Dl n. 104/2020 ha previsto, in caso di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa, la possibilità di utilizzare ulteriori 18 settimane di ammortizzatore sociale e, in via alternativa, la possibilità per i datori di lavoro privati di fruire di un esonero contributivo per un massimo del doppio delle ore di trattamenti di integrazione salariale utilizzate nel mese di maggio e giugno.

Il beneficio riguarda solo i contributi previdenziali a carico dell'azienda e sarà fruibile, riparametrato su base mensile, per un massimo di 4 mesi (si veda il Sole 24 Ore del 20 agosto 2020). Sono escluse dall'applicazione del beneficio le aziende agricole e non sono oggetto di esonero i premi Inail.Durante il periodo di fruizione dell'esonero il datore dovrà attenersi al divieto di licenziamento previsto eccezionalmente dal decreto Agosto, pena revoca del beneficio e impossibilità di utilizzare la cassa covid. L'esonero è cumulabile, nel limite della contribuzione previdenziale dovuta, con altri benefici contributivi ed è concesso previa autorizzazione della Commissione europea nel limite di 800mila euro.Come detto, l'ammortizzatore sociale covid e l'esonero sono tra loro alternativi, motivo per cui la scelta tra i due benefici è delicata anche considerando che è difficile prevedere se nei prossimi mesi saranno imposti nuovi lockdown. L'applicazione dell'esonero è, infatti, una scelta immodificabile che mal si concilia con l'incertezza della gestione dell'epidemia nei prossimi mesi. Anche la verifica dei costi e benefici è complessa.

Nel calcolo di convenienza si deve tener conto che il risparmio di un ammortizzatore è composto dalla retribuzione mensile, dai ratei delle mensilità aggiuntive, delle ferie e permessi, a cui si devono aggiungere gli oneri contributivi, l'Inail e altri oneri contrattuali. Come emerge dalla simulazione nella tabella in pagina, per un lavoratore del terziario in cassa covid a zero ore per i mesi di maggio e giugno e con una paga oraria di 11 euro, l'esonero contributivo potrebbe essere vantaggioso solo in caso di una riduzione dell'attività lavorativa durante le 18 settimane non superiore al 17,3% delle ore lavorabili (ossia applicando al lavoratore 116 ore di integrazione salariale nelle 18 settimane). Ma attenzione, perché se nel bimestre sono state utilizzate solo 100 ore di integrazione salariale, l'esonero perde ulteriormente appeal in quanto lo sconto contributivo è di euro 638 (200x11x28,98%) e l'esonero risulterà conveniente solo se la cassa covid nelle 18 settimane risulterà inferiore al 5,1% delle ore lavorabili (utilizzando 35 ore di cassa fino a fine anno). Anche l'eventuale costo aggiuntivo del contributo addizionale del 9% o del 18% da applicare sull'ultimo blocco di 9 settimane, per le imprese che non hanno avuto una riduzione di fatturato del primo semestre 2020 sul primo semestre 2019 inferiore al 20%, non sembra incidere molto sul calcolo di convenienza.In sostanza, l'esonero contributivo così impostato rischia di rintracciare l'interesse solo delle poche aziende oggi hanno la sostanziale sicurezza di un ritorno alla normalità dell'attività economica per i prossimi mesi.

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