Urbanistica

Decreto Scia2, Ance: evitare difformità con le norme regionali

di Giuseppe Latour

Il riordino dei titoli abilitativi per l'edilizia, nel quadro del decreto "Scia 2", non può prescindere dalle normative regionali. Che, nel corso degli ultimi anni, hanno semplificato e modificato molte delle previsioni generali del Dpr n. 380 del 2001. È questa l'indicazione più interessante contenuta nella memoria che l'Ance ha appena inviato alle commissioni di Camera e Senato, che in queste settimane stanno lavorando al parere sul decreto "Scia 2". Oltre a una serie di indicazioni di dettaglio, legate soprattutto a problemi di coordinamento con alcune discipline, la richiesta principale dei costruttori è di considerare, per la preparazione della nuova tabella unica nazionale, l'assetto delle norme a livello locale.
Nel mirino dell'Ance finisce la parte che prevede un riordino dei regimi amministrativi contemplati dal Dpr 380/2001 e, in questo quadro, l'adozione entro 90 giorni con decreto del ministero delle Infrastrutture di un glossario unico che dovrebbe individuare per ciascuna tipologia di intervento il necessario titolo e regime amministrativo. «Il decreto – spiegano i costruttori - è condivisibile nella parte in cui procede al riordino del Dpr 380/2001 semplificando il regime amministrativo attualmente vigente caratterizzato da molteplici interventi normativi che si sono susseguiti in questi anni».

L'intento di rendere più organica la materia è positivo, ma questo intervento andrà fatto tenendo conto delle relative normative regionali. Il panorama normativo, infatti, «si declina differentemente a livello regionale in conseguenza della competenza legislativa concorrente». Dal momento che le Regioni si sono mosse in maniera diversa negli ultimi anni, «occorre evitare che il glossario, innestandosi su definizioni consolidate, si risolva in una semplificazione per alcuni e in una maggiore complicazione per altri». Un problema simile a quello che si sta ponendo in sede di discussione del regolamento edilizio unico. Quindi, «è essenziale chiarire che le modifiche al Dpr 380/2001 non vengono rimesse in discussione dall'adozione di tale glossario e che comunque si dovrà tener conto delle normative regionali vigenti».

Un'altra serie di problemi, poi, riguarda il mancato coordinamento con il decreto legislativo n. 126/2016 (decreto Scia) e con il decreto legislativo n. 127/2016, in materia di conferenza di servizi, entrambi entrati in vigore dallo scorso 28 luglio. «Dall'esame congiunto dei testi citati e dello schema di decreto - dicono dall'Ance - emergono alcuni dubbi interpretativi e l'assenza di coordinamento in rapporto con normative di settore delle costruzioni».
Sul fronte della conferenza di servizi, dall'esame della Tabella A, allegata allo schema di decreto, emerge che ogniqualvolta sia necessario acquisire degli atti di assenso nell'ambito di Cila e Scia sarà anche obbligatorio rivolgersi sempre allo sportello unico e convocare la conferenza di servizi. L'articolo 23 bis del Dpr 380/2001, però, stabilisce che per la Scia e la Cila c'è una mera facoltà di rivolgersi allo sportello unico. Allo stesso modo, le norme in materia di conferenza di servizi in vigore prevedono che «la conferenza decisoria sia obbligatoria nel caso in cui per la relativa attività siano necessari più atti di assenso e non quando sia necessario un solo atto di assenso». Tutti punti in contraddizione tra loro. Un problema simile, infine, si ritrova anche nella parte relativa al permesso di costruire.

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