Progettazione

Decreto Semplificazioni, Ala Assoarchitetti: a rischio la trasparenza dei procedimenti

Il presidente Gabbiani: la drastica riduzione dei tempi di preavviso appare confliggere con la centralità del progetto

di Al. Le.

Architetti critici sul decreto Semplificazioni. Bruno Gabbiani, presidente di Ala Assoarchitetti, esprime le proprie perplessità sul provvedimento. «Rileviamo che i fili conduttori del provvedimento - afferma - sono una forte accelerazione dei tempi, la riduzione degli oneri addossati alla Pa e il ritorno degli affidamenti diretti degli incarichi.
Per quanto attiene l'attribuzione dei servizi di progettazione e direzione lavori, questi tre indirizzi, applicati congiuntamente, rischiano d'influire negativamente sulla trasparenza dei procedimenti, anche in quanto non sono bilanciati dall'instaurazione dell'auspicato elenco unico nazionale Anac, dal quale scegliere i professionisti da invitare alle gare e sul quale registrare pubblicamente gli aggiudicatari e i giurati. In aggiunta, la drastica riduzione dei tempi di preavviso, per la redazione delle elaborazioni e per la presentazione delle documentazioni e delle proposte, appare confliggere con la centralità del progetto e con la conseguente qualità dell'opera pubblica. Tempi troppo limitati, non consentono l'elaborazione di progetti innovativi e di elevata qualità tecnico-architettonica, completi, dettagliatamente esecutivi, essendo il progetto azione lenta e meditata, che necessita di organizzazione, confronto, revisioni, salti di scala e approfondimenti».

«È poi evidente - continua Gabbiani - che tempi troppo stretti non sono nemmeno a vantaggio della trasparenza e rischiano di privilegiare coloro che per svariati motivi sono già a conoscenza del finanziamento ed hanno potuto preparare in anticipo le elaborazioni, i quali si troveranno praticamente ad essere i soli che potranno partecipare con possibilità di successo.
Il decreto semplificazione riduce poi l'obbligo di bandire gare aperte, soltanto per incarichi oltre la soglia di 150mila euro e così limita drasticamente i casi in cui parteciperà un ampio numero di studi. La convocazione formale di una rosa ristretta di invitati dall'amministrazione, dislocati nell'intero territorio nazionale, privilegia ancora una volta, sul piano della sostanza, gli operatori domestici, favoriti anche dai minori costi e dalla conoscenza del tema.
In compenso il decreto introduce finalmente il concetto di offerta economica media e di anomalia, provvedimenti attesi, che devono tuttavia essere applicati in un quadro di trasparenza e chiarezza, che non si intravedono nelle caratteristiche sopra indicate, per non divenire controproducenti e a loro volta fattori di opacità, anche se non deve essere trascurato il risultato di aver abbandonato il perverso metodo del massimo ribasso, che è contro l'interessa pubblico di produrre opere di qualità».

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