Appalti

Delega appalti, le società di ingegneria bocciano l'idea delle centrali di progettazione

Scicolone: tutelare la centralità del progetto, con un codice snello e regolamento ad hoc per lavori e servizi professionali

di Mau.S.

Tutelare la qualità della progettazione senza pensare a nuove centrali di progettazione. È quanto hanno chiesto le società di ingegneria e archittetura italiane (associate nell'Oice) nel corso dell'audizione in Senato sul disegno di legge delega per la riforma del codice appalti. Il presidente dell'Oice Gabriele Scicolone ha evidenziato come nel disegno di legge ci siano «positivi elementi da sviluppare, fra cui la certezza dei tempi di aggiudicazione delle gare e la centralità del progetto». No invece all'utilizzo «del prezzo più basso, inaccettabile per le gare di progettazione e di servizi tecnici». Per l'Oice occorre puntare su un codice snello e un regolamento ad hoc per lavori e progettazione, distinto dal resto dei contratti.

Scicolone ha anche sottolineato la posizione contraria dell'associazione rispetto ad ipotesi di strutture o centrali di progettazione, idea ventilata nel corso dell'audizione dell'Anac sempre in Senato. «Per noi il compito fondamentale della Pubblica amministrazione deve rimanere quello della programmazione e del controllo. Piuttosto ribadiamo la necessità di attuare principi della riforma del 2016 come quello della qualificazione e della riduzione delle stazioni appaltanti che devono diventare effettivi e attuabili, come anche quello del dibattito pubblico», ha spiegato Scicolone.

Il direttore generale dell'Oice Andrea Mascolini ha illustrato alcuni punti meritevoli di integrazione: «Occorre fare riferimento, integrando i criteri di delega, ai temi dell'equo compenso e della corretta stima dei corrispettivi, alla limitazione dei ribassi eccessivi e all'utilizzo esclusivo dell'Offerta economicamente più vantaggiosa nei servizi di ingegneria e architettura».«A regime - ha concluso - non pensiamo che sia ipotizzabile lasciare a 139.000 il tetto per gli affidamenti diretti e, in prospettiva, occorre semplificare le gare puntando sulla rapida attivazione del cosiddetto fascicolo virtuale dell'operatore economico, promuovere l'utilizzo di servizi di supporto di project management al Rup e rivedere la disciplina dell'accordo quadro oggi troppo penalizzante per l'operatore economico».

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