Personale

Delibera, contrattazione, relazione, parere dei revisori: strada lunga per la flessibilità oraria anti-Covid

É una delle strategie previste nel decreto sul rientro in presenza di tutto il personale dal 15 ottobre

di Tiziano Grandelli e Mirco Zamberlan

L'ampliamento della flessibilità in entrata e in uscita costituisce una delle strategie previste nel decreto sul rientro in presenza di tutto il personale dal 15 ottobre. Data dalla quale cessa lo smart working semplificato. L'obiettivo è quello di evitare assembramenti in entrata e in uscita dalla sede di servizio (si veda ancher NT+ Enti locali & edilizia di ieri).

Il decreto lascia ampi spazi al datore di lavoro spingendosi persino ad adottare misure che possono andare oltre le ordinarie regole previste dalla contrattazione collettiva ma nel rispetto del sistema di partecipazione sindacale.

Cosa si deve fare per dare concretezza a questa possibilità? Il percorso non è per nulla semplice in quanto gli ultimi contratti collettivi per il triennio 2016-2018 prevedono che i criteri generali per l'individuazione delle fasce di flessibilità in entrata e in uscita sono oggetto di contrattazione decentrata. Anche se si tratta di una sessione negoziale semplificata in quanto è previsto l'obbligo di contrattare ma non di contrarre. In altri termini l'amministrazione, previa definizione di un atto di indirizzo oggetto di delibera di giunta, convoca le organizzazioni sindacali per il tavolo e inizia la contrattazione. Se entro trenta giorni, eventualmente prorogabili di ulteriori trenta, non si raggiunge l'accordo la parte datoriale può proseguire ugualmente e le organizzazioni fanno verbalizzare la propria posizione contraria, salvo qualsiasi libertà di iniziativa. Al contrario, se si raggiunge l'intesa, si firma l'ipotesi di accordo.

A questo punto la procedura non è ancora terminata. La parte datoriale, sia che l'accordo sia raggiunto sia in caso contrario, deve redigere una relazione tecnico-illustrativa e finanziaria sulla base dei modelli predisposti dalla RgS e inviare la documentazione all'organo di revisione per il controllo sulla regolarità dei costi e sulla legittimità delle clausole contrattuali. In caso di parere negativo si ritorna al tavolo della trattativa. Se viene dato il via libera la documentazione passa all'approvazione dell'organo esecutivo (giunta). Se si era raggiunto l'accordo il decentrato viene, finalmente, firmato dalle parti e si perfeziona. Da non dimenticare l'invio all'Aran e la pubblicazione sul sito dell'ente per l'amministrazione trasparente.

Il tema delle fasce di flessibilità è legato a una delle procedure sindacali particolarmente articolate e lunghe. Sembra quantomeno improbabile che si possa trovare una soluzione a un argomento che sta particolarmente a cuore ai dipendenti, visto che impatta direttamente sulla conciliazione tra vita e lavoro, in pochi giorni.

Solo il tempo necessario per la convocazione del tavolo di contrattazione non può essere fatto dall'oggi al domani, senza contare il coordinamento con i revisori e l'attività della giunta. Anche mettendo tutto l'impegno possibile difficilmente sarà pronto in pochi giorni. E il problema degli assembramenti all'ingresso si verificheranno proprio nei primi giorni di rientro massivo, in assenza di disposizioni chiare.

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