Dipendenti pubblici, accelera il rinnovo del contratto
Tre riunioni a settembre per stringere sull'intesa sulle Funzioni centrali
L’intenzione governativa di archiviare lo Smart Working emergenziale agita i sindacati, ma la trattativa per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici prova ad accelerare. Nel confronto ripreso ieri, che riguarda il comparto delle Funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici) nella classica posizione di guida per gli altri comparti pubblici, l’Aran ha fissato un’agenda fitta per i prossimi incontri il 9, 15 e 22 settembre, che si concentreranno su un’ipotesi complessiva di accordo. Il 7 sarà il turno della sanità.
Sul lavoro agile, il presidente dell’Aran Antonio Naddeo giudica «completamente infondate» le polemiche che circondano il contratto, chiamato a «regolare per la prima volta gli istituti normativi ed economici del lavoro agile, ma non come e quando fare lo smart working». Che finora, ha aggiunto Naddeo, «è stato uno strumento di protezione del lavoratore», e ora va riportato «progressivamente al suo vero ruolo: uno strumento possibile di organizzazione del lavoro».
Modalità del lavoro a distanza e diritto alla disconnessione restano uno degli impegni centrali da definire nel contratto, insieme alla revisione degli ordinamenti professionali per costruire la «quarta area» delle professionalità di «alta specilizzazione» prevista dal Dl Reclutamento.
Cgil, Cisl e Uil hanno fatto sapere di «apprezzare l’impostazione» indicata dall’Aran, che punta a una soluzione complessiva su tutti i temi sul tavolo. Ordinamento professionale, superamento dei tetti ai fondi decentrati e lavoro agile sono anche le «questioni chiave» richiamate dal segretario della Flp Marco Carlomagno, che sottolinea l’esigenza di «dare al più presto al personale del comparto il nuovo contratto.