Appalti

Dl Pnrr, progetti con affidamento diretto fino a 215mila euro e operai fuori dalle quota rosa appalti

Tra gli emendamenti segnalati dai guppi al decreto legge 13/2023 spiccano le correzioni proposte da Fratelli d'Italia e Lega su progettazione e inclusione lavorativa

di Mauro Salerno

Ci sono le soglie per gli affidamenti diretti nel campo della progettazione e la soluzione al problema di trovare manodopera femminile negli appalti di lavori pubblici al centro delle correzioni proposte dalla maggioranza al decreto legge Pnrr-3. Il provvedimento si trova al vaglio della commissione Bilancio del Senato, dove è stato appena depositato il fascicolo con i 250 emendamenti segnalati dai gruppi.

Nel campo delle infrastrutture, sono destinate a non passare inosservate due correzioni firmate da Fratelli d'Italia. Lo scopo dichiarato è sempre quello di accelerare la messa a terra degli investimenti finanziati con i fondi europeio.

Uno dei due emendamenti punta ad accelerare la corsa alla progettazione degli interventi. La soluzione trovata sarebbe quella di innalzare ancora il tetto massimo per assegnare i progetti sulla base di incarichi fiduciari, dunque by-passando le gare. La proposta firmata da un guppo di parlamentari di Fratelli d'Italia (prima firma Guido Quintino Liris ) è evidentemente appoggiata anche dalla Lega (prima firmataria Daisy Pirovano), che sul tema ha proposto e segnalato un emendamento praticamente gemello. L'emendamento punta a aumentare da 139mila euro a 215mila euro la soglia per gli affidamenti diretti per i servizi di progettazione.

Se la correzione andasse in porto, sarebbe l'ennesimo ritocco all'insù di questa soglia, visto che il codice appalti appalti stabiliva in 40mila euro l'importo massimo ammissibile per gli affidamenti diretti. Un valore innalzato più volte dalle norme di emergenza varate durante la pandemia prima a 75mila euro e poi a 139mila. In ogni caso, a meno di ulteriori modifiche la norma avrebbe vita breve, visto che le deroghe introdotte dal decreto Semplificazioni (Dl 76/2020) al codice del 2016 sono applicabili soltanto alle procedure di affidamento avviate (con determina a contrarre o altro atto di avvio del procedimento equivalente) entro il 30 giugno 2023.

L'altro punto di attenzione delle correzioni segnalate dai gruppi, in materia di investimenti finanziati dal Pnrr, riguarda le cosiddette «quote rosa» degli appalti. Qui gli emendamenti provano ad andare in soccorso delle imprese che lamentano la difficoltà a reperire manodopera femminile nei cantieri.

La prima modifica, segnalata da Fratelli d'Italia (prima firma Lavinia Mennuni), punta a escludere «la categoria degli operai» dall'applicazione dell'obbligo di assicurare la quota del 30% di occupazione femminile. Un altro emendamento, questa volta firmato da esponenti della Lega (prima firma Gianluca Cantalamessa), punta invece a imporre gli obblighi di «pari opportunità e inclusione lavorativa» previsti dall'articolo 47 del Dl semplificazioni-bis (Dl 77/2021) soltanto agli appalti di importo superiore alle soglie europee (5,38 milioni per i lavori).

Un'altra proposta, a prima firma Lavinia Mennuni (FdI), prevede poi l'estensione del cosiddetto «scudo erariale (di cui abbiamo anticipato i contenuti in questo articolo) stabilendo che la limitazione di responsabilità al dolo in caso di danno erariale per i soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei Conti riguardi i fatti commessi fino al 31 dicembre 2025 (il termine attuale è il 30 giugno).

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