Appalti

Dl Semplificazioni, architetti: per i lavori pubblici misure insufficienti

I progettisti respingono l'«appalto libero ,in deroga a tutto, sul modello Genova»

di M.Fr.

«Ricorrere a deroghe così ampie sull'applicazione delle norme vigenti, può essere giustificato solo in condizioni di particolare urgenza, come nel caso del crollo del Ponte di Genova, ma non può certamente costituire un modello da seguire nelle attività ordinarie. Pur riconoscendo che le autorità competenti, i dirigenti, le imprese ed i liberi professionisti coinvolti nei lavori hanno lavorato bene, ricostruendo il ponte in meno di due anni dal crollo, bisogna ricordare che le deroghe al Codice hanno di fatto consentito affidamenti fiduciari che, a regime ordinario, finirebbero per compromettere la trasparenza e libera concorrenza, tagliando fuori dal mercato dei lavori pubblici tantissimi operatori economici».

Si può garantire la velocità, anche rispettando le regole, senza ricorrere a scelte frettolose, come quelle fatte durante le emergenze del passato, di cui ancora oggi paghiamo il conto

Giuseppe Cappochin Presidente del Consiglio nazionale degli architetti

Il presidente degli architetti Giuseppe Cappochin stronca gli "snellimenti" del codice appalti come "novellato" dal Dl Semplificazioni. «Se volessimo individuare un modello da seguire - continua il presidente del Cna - potremmo invece pensare alla parallela esperienza genovese del concorso di progettazione a due gradi per la riqualificazione del sottoponte, il Parco del Polcevera, devastato dal crollo dell'infrastruttura. In quattro mesi, è stato espletato il concorso, è stato acquisito il progetto di fattibilità, e sono state poste le basi per le successive fasi di attuazione».

« Si può garantire la velocità, anche rispettando le regole, senza ricorrere a scelte frettolose, come quelle fatte durante le emergenze del passato, di cui ancora oggi paghiamo il conto», aggiunge Cappochin. «È altrettanto chiaro che le regole devono essere semplificate in modo organico e non attraverso un collage di deroghe, come quello proposto dal decreto Semplificazioni: un provvedimento senza una "spina dorsale" o se vogliamo senza una "visione globale", che guarda solo alla semplificazione degli appalti, ignorando la ricerca della qualità del progetto, il tema dei criteri di selezione e che presenta una serie di criticità di sistema sin troppo evidenti, dalla complicata programmazione delle opere pubbliche ai contenuti troppo pesanti delle tre fasi progettuali; dalle lunghe procedure di approvazione degli stessi progetti al collaudo, che spesso arriva dopo tanti anni dalla fine dei lavori. Per fare un esempio, nell'ambito dei servizi di architettura e ingegneria, che senso ha puntare sulla procedura negoziata se questa rimane ancorata ad un criterio che impone tempi lunghi come quello dell'offerta economica più vantaggiosa?».

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