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Docenti tutor e «orientatori» a settembre in 70mila classi

I primi 150 milioni distribuiti in base agli alunni: in testa Lombardia e Campania<br/>

di Eugenio Bruno, Claudio Tucci

Ad aprile partirà la formazione per i circa 40mila docenti tutor che, dall’anno scolastico 2023/24, entreranno nelle scuole superiori per innovare e a personalizzare le attività didattiche. I moduli formativi sono online, della durata di 20 ore, fruibili in modalità sincrona e asincrona, e si concluderanno con un esame. Spetterà ai dirigenti scolastici avviare la procedura per selezionare i docenti tutor (all’inizio uno per ogni gruppo di 30-50 studenti). Possono partecipare alla selezione gli insegnanti che, preferibilmente, hanno cinque anni di anzianità di servizio con contratto a tempo indeterminato e hanno svolto compiti rientranti in quelli attribuiti al tutor scolastico (funzione strumentale per l’orientamento, per il contrasto alla dispersione scolastica, nell’ambito dei programmi di scuola-lavoro, solo per fare degli esempi). I candidati dovranno essere disponibili a svolgere l’incarico per almeno tre anni.

Secondo la bozza di decreto ministeriale e circolare che è stato inviato giovedì scorso al Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi) per i pareri di rito l’avvio delle attività curricolari di orientamento è previsto dal mese di settembre e interessa gli studenti delle circa 70mila classi degli ultimi tre anni delle secondarie di secondo grado.

I 37.843 docenti tutor in rampa di lancio (analogamente al docente orientatore che ogni scuola avrà sempre a partire da settembre) saranno retribuiti. Sul piatto ci sono i 150 milioni per il 2023 annunciati dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. La fetta maggiore di risorse (in proporzione al numero di alunni dell’ultimo triennio delle superiori) andrà alla Lombardia: quasi 22 milioni per 5.527 tutor. A seguire la Campania con 17,5 milioni e 4.409 tutor e il Lazio con 14,5 milioni per 3.652 tutor. Da Bologna in su sono stati ripartiti poco più di 60 milioni, il 40% delle risorse complessive.

Ciascuna scuola, in sede di contrattazione integrativa, definirà i criteri di utilizzo delle risorse. In particolare, chiarisce il ministero, dovrà essere garantita la presenza di un orientatore in ciascun istituto, a cui andranno tra i 1.500 e i 2.000 euro lordi annui, e di un tutor ogni 30-50 studenti. A quest’ultimo spetterà un compenso compreso tra un valore minimo pari a 2.850 euro lordo Stato e un valore massimo pari a 4.750 euro lordo Stato.

Il percorso (e i finanziamenti) sono appena partiti. Le scuole potranno utilizzare anche i fondi Pnrr e Pon. Per il Pnrr sono a disposizione circa 600 milioni, con particolare riferimento all’orientamento verso le Stem e con metodologie innovativa, alle quali aggiungere gli 1,5 miliardi per contrastare la dispersione scolastica. Si potranno utilizzare anche il Pon della nuova programmazione 2021/27 per remunerare attività extracurricolari sull’orientamento didattico per circa 300 milioni.

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