Appalti

Dopo il primo ok Ue al Pnrr è ora di mettersi in gioco, tutti quanti e per i prossimi dieci anni

INTERVENTO. «Non possiamo caricare solo sul Governo la missione di salvare il Paese, serve impegno corale»

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di Edoardo Bianchi*

Condividiamo, come Ance, la visione del ministro Giovannini quando parla dell'imminente inizio di una partita che abbraccerà i prossimi 10 anni e di cui il Pnrr sarà relativo al solo primo tempo (2022/2026) ma che ci sarà un secondo tempo che riguarderà il quinquennio (2027/2031). Dovremo progressivamente conseguire obiettivi intermedi tali da rendere, alla fine del percorso, il nostro Paese migliore di come era ante pandemia. L'Europa ci fornirà un (rilevante) aiuto iniziale ma poi dovremo essere in grado di raggiungere gli obiettivi di migliore qualità della vita e maggiore equità sociale camminando e facendo affidamento sulle nostre forze.

In questa direzione andavano gli impegni contabili assunti nella ultima manovra di bilancio tanto da prevedere impegni di spesa da oggi a tutto il 2033. Vi è un mix virtuoso tra risorse europee e risorse nostrane. Le risorse europee non si fermano ai soli 191 miliardi di euro del Rrf o ai 15 miliardi degli altri fondi europei, abbiamo anche i residui 30 miliardi del Fondo Coesione e Sviluppo 2014/2020 ancora da impegnare così come le risorse del Fondo di Coesione e Sviluppo 2021/2027 per oltre 35 miliardi. Le risorse italiche possono contare non solo sul maxi fondo da 72 miliardi che destina 30,5 miliardi al Fondo Complementare e 10,5 miliardi messi a disposizione del sistema ferroviario della Salerno/Reggio Calabria e della Brescia/Padova ma anche su i 40 miliardi previsti nella ultima manovra di bilancio. Il Piano inviato in Europa è caratterizzato da una forte sostenibilità, sia ambientale che sociale, che declinata congiuntamente alla transizione digitale ci consegnerà un Paese pronto a recuperare il proprio ruolo leader nella assise mondiale.

La bontà nel merito del nostro Piano e la correttezza del metodo seguito nella sua elaborazione hanno trovato approvazione da parte della Commissione Europea che ha «adottato oggi una valutazione positiva del Pnrr italiano dando il via libera al Piano italiano». Questo passaggio, sebbene ancora non definitivo dell'intero iter di approvazione, costituisce indubbiamente un punto di ulteriore avvicinamento per ottenere la erogazione dei 191 miliardi nell'ambito del dispositivo per la ripresa e resilienza. La ultima parola spetterà al Consiglio Europeo che avrà quattro settimane per adottarlo definitivamente consentendoci, tra l'altro, di ottenere la prima erogazione, sotto forma di anticipazione, di circa 25 miliardi.

Come ha detto la von der Leyen «è giunto il momento di mettersi all'opera». Non possiamo caricare solo sulle spalle del Governo la missione di salvare il Paese ma occorre un impegno corale di tutti, dove un conto è la mediazione continua e tutto altro è la concertazione. Come Ance non abbiamo mai fatto mancare le nostre proposte e continueremo a farlo anche in questa fase dove due importanti strumenti normativi stanno prendendo definitivamente la luce. La conversione del "DL Semplificazioni bis" e la nascita del "DL omnibus sui llpp" costituiscono formidabili passaggi per consentire al settore delle infrastrutture di poter portare il proprio contributo alla rinascita del Paese. Serve un ultimo sforzo perché la conoscibilità, in termini di pubblicità, delle procedure di gara sia effettivamente garantita e che non si ritagli il nostro comparto in maniera tale che vi siano pochissimi player e tutto il resto delle aziende vengano viste solo come cottimisti.

Vi sono tipologie di lavoro talmente ampie e diffuse che ognuno, purché strutturato, possa contribuire alla ripartenza ed ammodernamento del Paese come la nostra storia ci insegna. Un grande imprenditore italiano ci ricorda che "ogni crisi rappresenta una occasione di riflessione per ripartire" ebbene facciamo in maniera tale che questa chance non vada persa.

(*) Vicepresidente Ance per le opere pubbliche

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