Amministratori

Effetto Covid: vola Zaia e cede Fontana - Nel Pd cresce Bonaccini, giù Zingaretti

Il gradimento degli amministratori locali: il leader veneto cresce in un anno dal 62 al 70%. En plein del centrodestra con i quattro governatori più apprezzati

di Gianni Trovati

L’onda di piena della pandemia investe anche la politica locale. Solleva alcuni leader e ne affoga altri, in un terremoto del consenso che guarda prima di tutto alle regionali di settembre, ma promette di farsi sentire anche ai piani alti dei principali partiti del Paese. In un doppio dualismo che nella Lega esalta il presidente veneto Zaia e schiaccia il lombardo Fontana, e nel Pd innalza l’emiliano-romagnolo Bonaccini e fa sprofondare il laziale Nicola Zingaretti. Che, però, è il segretario Dem.

L’edizione 2020 del Governance Poll, l’indagine con cui ogni anno Noto Sondaggi misura il consenso degli amministratori locali, distribuisce successi e cadute che oggi vanno oltre i confini regionali. La Lega raccoglie fra i presidenti l’ormai abituale filotto di primati, conditi però da numeri in grado di infiammare il dibattito dietro all’apparente monolite leninista di Via Bellerio. Al primo posto in questa classifica Luca Zaia è ormai abbonato. Ma il 70% di veneti che si dicono pronti a votarlo sono qualcosa di diverso da un semplice incoraggiamento in vista delle elezioni. Perché il Governance Poll fra i presidenti di Regione si vince di solito con percentuali di poco superiori al 50%. Il primo exploit è stato dello stesso Zaia, con il 62% raccolto l’anno scorso. Ma il 70% ha l’aspetto di un plebiscito, che cancella d’un colpo anche gli insuccessi raccolti dalla battaglia identitaria sull’autonomia: tema che rimane determinante agli occhi di tanto elettorato veneto, ma che fin qui ha prodotto solo una lunga litania di ultimatum inascoltati.

La nuova impennata è ovviamente figlia del Covid, o meglio della determinazione con cui un modello fatto di tamponi a tappeto e sanità territoriale è riuscito fin qui a evitare l’ecatombe lombarda, anche se la partita dell’epidemia rimane purtroppo ancora aperta, anche in Veneto. È proprio il risultato dell’altro alfiere leghista nel Lombardo-Veneto, Attilio Fontana, conferma le distanze siderali con Palazzo Lombardia. Con il suo 45,3%, Fontana ottiene un risultato tutto sommato onorevole visto il contesto, che lo sprofonda però al 13° posto su 18 presidenti, lontanissimo dal terzo scalino del podio occupato l’anno scorso e dalle percentuali raccolte sia nelle urne sia nello stesso Governance Poll.

La Lega, insomma, può festeggiare il monocolore delle prime tre posizioni, con Fedriga (Friuli Venezia Giulia), e Tesei (Umbria) in fila dietro alla lepre Zaia. Ma deve fare i conti con i numeri ingombranti di un presidente che, dietro all’unanimismo di facciata, propone nei fatti una Lega diversa da quella di Salvini, e guarda al Nord e all’Europa più che al sovranismo nazionalista.

Il Carroccio può consolarsi con il dualismo ancora più spinto che anima il Pd. Dove il presidente emiliano-romagnolo Bonaccini guadagna 10 punti rispetto all’edizione dell’anno scorso, mentre il segretario Nicola Zingaretti da presidente del Lazio ne perde 8 e crolla all’ultimo posto in graduatoria: con un 31% che rappresenta uno dei peggiori risultati di s empre registrati dal Governance Poll.

Anche a sinistra la gestione dell’epidemia ha contato parecchio, nella distanza fra un Bonaccini subito in trincea e le sottovalutazioni iniziali di Zingaretti riassunte nello sfortunato aperitivo milanese di fine febbraio. Ma anche qui conta la politica nazionale. Perché proprio intorno alla crescita di Bonaccini, che con il suo successo alle amministrative di gennaio sulla leghista Borgonzoni aveva evitato i primi grossi guai al governo Conte-2, si concentrano le attenzioni di chi nel partito soffre una partecipazione giudicata troppo incolore nei tiri alla fune continui che agitano le giornate complicate della maggioranza giallorossa.

Si vedrà. Nel frattempo ci sono le regionali di settembre, che ovviamente con le candidature contrapposte e le campagne elettorali possono sfociare in numeri molto diversi da quelli di un’analisi fondata in via esclusiva sulla figura del presidente in carica. A destra i risultati del Governance Poll offrono una prospettiva buona al ligure Giovanni Toti, confortato anche dalle divisioni dei concorrenti, le stesse che in Puglia complicano il cammino di Michele Emiliano. Per Vincenzo De Luca in Campania (che infatti alcuni sondaggi nei giorni scorsi hanno dato nettamente vincente)ed Enrico Rossi in Toscana la base di partenza sembra più solida. Ma la corsa inizia ora.

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