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Enti locali, nel contratto aumenti da 118 euro

Sul tavolo Aran l’incremento di base (100 euro) e quelli per ordinamenti e decentrati

di Gianni Trovati

Il contratto 2019/21 di Regioni ed enti locali offrirà ai 430mila dipendenti delle amministrazioni territoriali un aumento medio da 118 euro lordi, divisi fra 100 euro di risorse di base e fino a 18 euro dai fondi per i nuovi ordinamenti e per l’incremento dei decentrati. Le prime cifre sono emerse nella riunione di ieri fra Aran e sindacati, e hanno arricchito una discussione che ancora si sta concentrando sulla riforma degli ordinamenti.

Il punto più delicato è rappresentato dalla traduzione in chiave locale dell’area delle «elevate professionalità» prevista dal decreto 80/2021 per tutta la pubblica amministrazione con l’obiettivo di rappresentare la leva per quel «rafforzamento amministrativo» giudicato indispensabile per l’attuazione del Pnrr. Lo schema costruito dall’Aran prevede di popolare questa area con i titolari di incarichi di posizione organizzativa (NT+ Enti locali & edilizia del 24 febbraio), con un meccanismo che però manterrebbe il sistema attuale degli incarichi a tempo. È una via di mezzo fra l’architettura pensata per le Funzioni centrali, dove la quarta area nasce vuota per ospitare poi i tecnici con «elevata qualificazione» reclutati in ambito Pnrr, e l’ipotesi più “strutturata” che spingerebbe da subito in via stabile una quota di personale nello scalino più alto della gerarchia non dirigenziale. Idea, questa, avanzata solo in area sindacale, e difficile da tradurre in pratica.

Definito questo tema, non irresolubile, la strada per la firma non sembra ricca di ostacoli. Ma ha bisogno dell’arrivo dei nuovi atti di indirizzo per distribuire le risorse per gli ordinamenti (lo 0,55% della massa salariale) e per gli aumenti dei fondi decentrati (0,22%).