Urbanistica

Ferrovie, entro maggio aprono gli ultimi due cantieri della Napoli-Bari

Si sblocca la Termoli-Ripalta. Codogno-Mantova: «ultimatum» al Mite per la Via. Caro materiali, per gli appalti aumento fino al 20%

di Massimo Frontera

La linea ferrovia Napoli Bari - opera di quasi 5,8 miliardi, commissariata fin dal 2015 - è ormai a un passo dal trasformarsi interamente in un maxi-cantiere. «Entro maggio consegneremo i lavori degli ultimi due lotti della Napoli-Bari: Hirpinia-Orsara e Orsara-Bovino, cioè i due lotti prima di Foggia», ha riferito il commissario di governo per la realizzazione dell'opera, Roberto Pagone, ascoltato oggi dalla commissione Trasporti della Camera. Pagone è subentrato come commissario nell'aprile 2021. «Tutti gli altri lotti sono in lavorazione e grossi problemi non ce ne sono», ha detto il commissario, segnalando però che nei cantieri in attività «ci sono problemi di preesistenze archeologiche: stiamo battagliando un pochino con le Soprintendenze - ha riferito - e abbiamo qualche ritardo di qualche mese sui primi due lotti, ma non tali da mettere in discussione minimamente la scadenza del Pnrr del 2026».

Entro aprile aggiudicazione del lotto Termoli-Ripalta della Pescara-Bari
Intanto si avvicina l'apertura del cantiere anche sulla dorsale ferroviaria adriatica per il raddoppio della Pescara-Bari, dove è attualmente in corso la valutazione delle offerte per la tratta Termoli-Ripalta, con previsione di aggiudicare l'appalto entro aprile prossimo. Lo ha confermato il medesimo commissario Pagone, "titolare" anche di quest'opera. L'intervento, «bloccato per 20 anni», ha sottolineato Pagone, ha un costo complessivo di 700 milioni di euro, ed è suddiviso in due lotti. A giugno, ha riferito il commissario, «abbiamo approvato il secondo lotto Termoli-Ripalta», del valore di circa 600 milioni, per il quale è stata bandita la gara, e attualmente si sta verificando la congruità delle offerte». «L'aggiudicazione è prevista entro aprile», ha confermato il commissario. Sull'altro lotto dell'opera - la tratta Ripalta-Lesina del valore di circa 100 milioni - i lavori sono iniziati a gennaio.

Ferrovia Mantova-Codogno: «ultimatum» al Mite per parere Via
Sul raddoppio della ferrovia Codogno-Verona-Mantova persiste l'incaglio del progetto al Mite, da cui si attende il parere di valutazione di impatto ambientale da oltre un anno. Il quadro della situazione è stato fornito dalla commissaria di governo per l'attuazione dell'opera, Chiara De Gregorio, anche lei ascoltata dalla IX commissione di Montecitorio. De Gregorio ha riferito di aver dato al Mite la scadenza del 17 marzo prossimo. In pendenza del parere, la commissaria ha spiegato di avere comunque indetto la conferenza di servizi lo scorso novembre e di aver successivamente dato al Mite un tempo di 90 giorni per emettere il parere, termine che scade appunto il 17 marzo. Sul ritardo del Mite ha avuto parole severe la presidente della commissione Trasporti della Camera, Raffaella Paita. «Se a marzo, prima scadenza per la Mantova-Codogno - ha detto la presidente della IX Commissione - non ci sarà il rispetto dei tempi proporrò - insieme ai commissari, se saranno d'accordo - una risoluzione e, se del caso, anche una mozione in aula perché è inaccettabile che i commissari che stanno facendo bene, vengano bloccati dalle procedure burocratiche ministeriali». Il raddoppio della linea ferroviaria Codogno-Verona-Mantova ha un costo di 1,32 miliardi, ed è divisa in due fasi. La prima fase, dal costo di 515 milioni (di cui 165 Pnrr), è finanziata interamente. De Gregorio ha ricordato che il Cipess ha recentemente assegnato ulteriori fondi. «Il 15 febbraio - ha precisato - abbiamo avuto 100 milioni Fsc nel contratto di programma 2021-27, che ci serviranno per approcciare alcune opere propedeutiche della seconda fase». La commissaria ha assicurato la volontà di Ferrovie di procedere alla realizzazione anche della seconda fase.

Con caro materiali incremento costo appalti del 15-20%
I commissari Pnrr auditi in Parlamento hanno anche affrontato il tema del caro-materiali. All'assemblea dell'Ance era stata la stessa amministratrice delegata di Rfi, Vera Fiorani, riferire che nelle prossime gare di Rfi il valore era stato ricalcolato al rialzo in base alle tariffe aggiornate appena pochi giorni fa dalla società del gruppo Fs. Fiorani aveva riferito di un aumento degli appalti del 16% a causa del caro-materiali. I commissari auditi in Parlamento sulle singole opere a loro affidate, hanno riferito di incrementi ancora superiori, fino al 20 per cento. A segnalare il fenomeno è stato in particolare il commissario Filippo Palazzi, titolare di quattro opere ferroviarie in Sicilia (tra cui l'alta velocità Palermo-Catania-Messina), che ha definito l'incremento di costi «la principale criticità, che conosciamo tutti». «L'aumento del costo dei materiali e anche la previsione - con il decreto legge Sostegni-ter - della riattivazione della cosiddetta revisione prezzi - ha spiegato Palazzi - porta a un aumento dei costi». Ricordando la recente adozione di «tariffe allineate ai prezzi di mercato di oggi», Palazzi ha aggiunto che «questo comporterà un aumento del valore degli appalti tra il 15% e il 20%, con un notevole aggravio di somme». «Dovremmo, nel medio termine, capire come avviare la copertura di questo maggior costo», ha concluso il commissario.

«Certamente siamo preoccupati - ha aggiunto la commissaria De Gregorio - perché un 15-20% è una bella cifra». Peraltro, la commissaria ha escluso che una soluzione possa venire dalle economie sui ribassi d'asta. «Non ci sono più i ribassi di una volta», ha aggiunto, spiegando che «i ribassi oggi sono dell'ordine del 5-6% e non arrivano più a quei numeri enormi che c'era qualche anno fa, e che comunque creavano problemi in corso d'opera». «Pertanto - ha concluso - serve una copertura diversa (dalle economie dei ribassi, ndr), anche perché senza copertura non si può andare in gara».

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