Urbanistica

Fiumicino, masterplan da 8,2 miliardi per potenziare l'aeroporto Leonardo da Vinci

A Parigi invece le autorità hanno rinunciato all'attesa estensione dell'aeroporto internazionale di Roissy-Charles de Gaulle

di Alessandro Lerbini

Un nuovo piano di sviluppo all'insegna della sostenibilità con particolare attenzione all'ambiente, all'acustica, al mercato e al sociale. Marco Troncone, amministratore delegato di Aeroporti di Roma, e Giorgio Gregori, direttore Infrastrutture, hanno presentato oggi alla commissione trasporti della Regione Lazio il masterplan dell'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. Nonostante le pesanti conseguenze prodotte dalla pandemia sul trasporto aereo, il traffico nello scalo è ipotizzato in crescita fino a 88 milioni di passeggeri nel 2046. Con questo trend, nel 2030-2032 per il Leonardo da Vinci sarà utile realizzare una nuova pista di volo per non perdere l'opportunità di accogliere circa 200 milioni di passeggeri in 15 anni e che altrimenti sceglierebbero altre destinazioni.

È proprio lungo queste coordinate che si snoda il nuovo masterplan che prevede ulteriori 8,2 miliardi di euro di investimenti, fino alla fine della concessione nel 2046, che si aggiungono ai circa 1,8 miliardi già investiti dal 2012 ad oggi, per un totale di 10 miliardi nell'intera durata della concessione. Solo nel 2019, l'impatto occupazionale assicurato dal lavoro diretto, indiretto e indotto in aeroporto è stato di quasi 350mila unità, di cui 190mila di indotto diretto compresi circa 45mila operatori aeroportuali, generando un valore aggiunto complessivo di oltre 20 miliardi.

Il nuovo masterplan presentato all'Enac ipotizza l'espansione ad Est dell'attuale scalo e non più a Nord, con la realizzazione di una sola pista di volo parallela all'attuale pista 3. Questo nuovo progetto minimizza il consumo di suolo a favore del territorio e ottimizza le infrastrutture esistenti. Lo sviluppo a Nord previsto dal precedente masterplan, infatti, avrebbe comportato un consumo di circa 1.300 ettari di suolo aggiuntivo, di cui buona parte ricadenti nell'area della Riserva. Il nuovo progetto, invece, implica un ampliamento del sedime di circa 260 ettari, di cui 151 ricadenti nella Riserva; solo 33 ettari saranno pavimentati mentre il resto sarà mantenuto come aree a verde naturale. Inoltre, circa 80 ettari dell'attuale sedime aeroportuale potranno potenzialmente essere restituiti alla Riserva.

Parallelamente verrà razionalizzata l'attuale pista 1, quelle più vicina ai centri abitati, che sarà utilizzata maggiormente nelle fasce orarie di picco con evidenti benefici in termini di impronta acustica sulla popolazione di Fiumicino. Il nuovo piano di sviluppo aeroportuale dedica particolare attenzione all'accessibilità e alla mobilità in generale verso lo scalo prevedendo un incremento del trasporto su ferro. In concreto, si punta sulla creazione di un nuovo itinerario ferroviario utilizzando il più possibile le linee esistenti, grazie al collegamento tra la linea per Civitavecchia e l'attuale linea per Fiumicino, sul quadruplicamento dell'attuale linea FL1 tra Ponte Galeria e l'aeroporto, sul potenziamento della stazione ferroviaria da 3 a 5 binari e sulla realizzazione di un People Mover con il futuro Terminal Est.

L'auspicato completamento dell'anello ferroviario di Roma permetterebbe poi di intercettare la domanda di mobilità nel quadrante nord-ovest della Capitale, collegare l'Alta velocità da Firenze e Napoli anche senza soste a Roma e distribuire meglio i flussi ferroviari da e per l'aeroporto. Viene ipotizzato anche un collegamento veloce con la stazione Lido Nord di Ostia tra la linea FL1 e la Roma Lido. Si tratta di un'opera che ADR propone di inserire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e che attraverso un supporto istituzionale mirato darebbe un grande beneficio alla mobilità di tutto il litorale romano.

Parigi
Dopo anni di progetti e di polemiche, le autorità francesi hanno rinunciato all'attesa estensione dell'aeroporto internazionale parigino di Roissy-Charles de Gaulle: il previsto «4° terminal» dell'aeroporto, giudicato obsoleto, non vedrà mai la luce. Per gli ecologisti, il giorno dopo la presentazione da parte del governo della legge sul clima, si tratta di una grande vittoria. È stata proprio la logica della lotta contro il riscaldamento climatico, aggiunta alle prospettive negative di aumento del traffico aereo, a dare il colpo di grazia a un progetto già in difficoltà.

La ministra della Transizione ecologica, Barbara Pompili, ha ufficializzato al quotidiano Le Monde l'abbandono dell'ipotesi di 4° terminal. Il governo ha chiesto al gestore, Aeroports de Paris, di «abbandonare il progetto e presentarne un nuovo, più coerente con gli obiettivi di lotta contro i cambiamenti climatici e di protezione dell'ambiente». Il gruppo ADP ha preso atto e il suo presidente, Augustin de Romanet, ha annunciato di volersi concedere «il tempo di una riflessione sui nodi riguardanti il futuro dell'aeroporto».

Il progetto aveva un costo di 7-9 miliardi di euro, l'obiettivo era di costruire entro il 2037 un quarto terminal per aumentare la capacità di accoglienza di 40 milioni di passeggeri all'anno: «è un progetto - ha detto la ministra Pompili - che non corrisponde più alla politica ambientale del governo e alle esigenze di un settore in piena mutazione, rivolto verso l'aereo verde di domani. Avremo sempre bisogno degli aerei - ha aggiunto la ministra - ma si tratta di averne un utilizzo più ragionato e di raggiungere un calo di emissioni di gas a effetto serra in tutto il settore».

L'associazione ecologista Greenpeace, pur accogliendo la decisione con sollievo, ha giudicato «ambiguo» l'annuncio laddove si immagina un altro progetto: «non è accettabile - ha twittato l'Ong - aumentare ancora il traffico aereo». I rappresentanti ecologisti in Consiglio regionale hanno parlato di «vittoria per l'Ile-de-France», la regione di Parigi: «c'è voluta la pandemia - hanno detto in un comunicato - per far cadere un progetto che non è mai stato sostenibile, né compatibile con gli impegni della Francia sul clima».

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