Urbanistica

Fondo per le città da 10 miliardi in venti anni

Al Senato la discussione riparte dalla proposta del Pd Ferrazzi

di G.Sa.

Il Senato prova a ripartire con una legge sulla rigenerazione urbana. La proposta arriva dal senatore pd Ferrazzi e prevede fra le altre misure un fondo di 500 milioni l'anno per venti anni, concorsi di architettura per il recupero di parti di città, una cabina di regia a Palazzo Chigi. La ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, ha espressamente detto all'assemblea dell'Ance martedì scorso di voler spingere la discussione politica sul tema della rigenerazione delle nostre città e ha espressamente citato le proposte recentemente presentate in PArlamento come una buona base di partenza della discussione. Il riferimento alla proposta Ferrazzi non è stata esplicito, ma chiaro. De Micheli ha aggiunto di aver dato mandato al sottosegretario alle Infrastrutture, Salvatore Margiotta, la delega per avviare un tavolo che coinvolga anche gli operatori e le imprese. Se questi sono segnali nuovi e importanti, va anche detto che sulla materia della rigenerazione urbana finora l'attuale maggioranza di governo è sempre stata molto divisa. Non solo il confronto sul disegno di legge sul consumo del suolo è rimasto impantanato in Parlamento, ma anche lo scontro sull'articolo 10 del decreto semplificazioni non fa ben sperare.

Quando si è trattato di accelerare le procedure per la demolizione e ricostruzione nelle nostre città, gli emendamenti della Leu De Petris hanno riportato le lancette indietro, prevedendo addirittura un aggravio delle procedure per gli interventi nelle zone omogenee A, quindi il centro storico allargato. La proposta Ferrazzi parla un linguaggio diverso e prevede anche incentivi e semplificazioni. Anzitutto, ed è una cosa che le imprese chiedono da tempo (Ance in prima fila), l'approvazione di interventi di rigenerazione urbana comporta l'automatica dichiarazione di pubblica utilità. Sono previsti anche bonus volumetrici fino al 20% e semplificazione di procedura nei casi di cambio di destinazione d'uso. Saranno i comuni a individuare le aree delel città i cui sarà possibile procedere a interventi di rigenerazione urbana con il quadro di regoole agevolato previsto dalla proposta.

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