Fisco e contabilità

Fondone, dati Bdap 2020 in certificazione già dall'invio come approvato in giunta

Il dietro front della RgS dopo le prime risposte in senso contrario fa tirare un respiro di sollievo agli operatori

di Marco Allegretti

Il tema della certificazione del Fondone non smette di far discutere. Dopo il ritardo dell'uscita del nuovo decreto e dei dati Bdap 2019, oltre alle numerose Faq uscite fuori tempo massimo – che, uniti insieme, fanno spesso gridare il mondo dei responsabili dei servizi finanziari alla poca ragionevolezza della scelta di aver chiare le regole del gioco solo dopo il fischio finale della partita – un dietro front della RgS fa tirare una boccata di ossigeno agli operatori: dopo le prime risposte in senso contrario, infatti, la prassi ormai consolidata per molti di testare l'invio dei dati Bdap prima dell'approvazione definitiva del rendiconto in consiglio basterà ora per precaricare i medesimi dati in certificazione, così da testare anche questa e le conseguenti quantificazioni degli avanzi vincolati collegate. A confermarlo è la segnalazione di alcuni enti che, dopo una prima risposta negativa della RgS a un quesito specifico all'indirizzo pareggio.rgs@mef.gov.it, vedono ora i dati inseriti automaticamente nel modello. Viene così aperta la possibilità di prevenire gli errori materiali di inserimento e scongiurata il più possibile la non agevole strada del ritorno in consiglio per le eventuali rettifiche.

La previsione del decreto sui dati Bdap
Il decreto certificazione prevede che determinate voci di entrata e spesa abbiano come fonte i Dati Contabili Analitici (Dca) inviati dagli enti alla Bdap ai sensi della normativa vigente e che tali importi risultino nella stessa precompilati. In particolare lo sono (quasi) sicuramente quelli relativi al 2019, mentre quelli del 2020 lo saranno solo (pare da altra risposta della RgS appositamente interpellata) dal giorno successivo a quello del loro invio. Lo stesso decreto segnala che, nel caso di trasmissione dei medesimi dati in un momento successivo all'inserimento manuale degli stessi nel modello Covid-19, il sistema procederà a sovrascrivere le informazioni già presenti fino a quando l'ente non avrà acquisito il modello Certif-Covid-19.

L'ipotesi di test dei dati
Gli enti hanno imparato in questi anni a prevenire i problemi determinati da alcuni errori rilevati in fase di invio alla Bdap anticipando l'invio a una fase antecedente a quella dell'approvazione dell'atto in consiglio. Lo stesso iter è possibile replicarlo anche con i Dca-Bdap precaricati in certificazione così da evitare che l'inserimento manuale e la successiva sovrascrittura creino incoerenze con il consuntivo. Nello specifico, in questa malaugurata ipotesi, un ritorno immediato in giunta per le modifiche prima del parere del revisore e del conseguente deposito o un emendamento prima dell'approvazione definitiva in consiglio risulteranno una via alternativa e sicuramente più semplice alla possibilità di tornare in Consiglio per una rettifica dei dati approvati con le stesse modalità dell'approvazione (questione peraltro discussa in dottrina, ma ufficialmente chiarita dalla Faq n. 47 di Arconet): questa strada, infatti, se da un punto di vista prettamente tecnico nella maggior parte dei casi presenta problematiche che potremmo definire "ordinarie", seppur impegnative (quali la revisione delle quote dell'avanzo e la rideterminazione delle risultanze economico-patrimoniali, peraltro obbligatorie in qualsiasi fase si riscontri e si voglia risolvere l'errore), per contro risulta spesso «politicamente indigesta».

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