Appalti

Gas, per sbloccare le gare arrivano nuovi rimborsi

Il Ddl concorrenza supera la penalizzazione per gli enti proprietari degli impianti

di Annibale Vareschi

Il Ddl concorrenza contiene all’articolo 4 rilevanti novità in materia di distribuzione del gas naturale, con l’intento di sbloccare finalmente l’attuazione della riforma prevista dal Dlgs 164/2000 e rimasta sostanzialmente inattuata.

Il Dlgs 164, emanato in attuazione della direttiva 98/30/CE per liberalizzare il settore, dispone che il «servizio pubblico» di distribuzione del gas debba essere affidato mediante gara.

Successivamente, per favorire la razionalizzazione delle gestioni e conseguire economie di scala, il legislatore e Il Mise sono ripetutamente intervenuti con provvedimenti attuativi di vario genere.

È stato disposto che la gara dovesse essere svolta non più da un singolo Comune, ma per ambiti territoriali minimi (Atem - 177 in Italia); con il Dm 226/2011 sono state definite le regole della gara e stabiliti i tempi con cui gli ambiti avrebbero dovuto procedere. Tempi ripetutamente prorogati e tutti già ampiamente scaduti.

L’ostacolo maggiore, oltre alla complessità della materia, era costituito dalla diversità di trattamento riservato ai gestori uscenti rispetto ai Comuni.

Il sistema infatti prevede che il gestore uscente venga indennizzato al Valore Industriale Residuo (Vir), determinato dalla somma degli investimenti eseguiti, ridotto con i coefficienti di degrado fissati dalle Linee guida del ministero.

Un metodo, forse un po’ approssimato ma logico, già previsto peraltro dal Regio Decreto del 1925, però non applicabile per gli impianti di proprietà degli enti locali.

Per questi ultimi il sistema prevede un compenso calcolato sulla base degli investimenti riconosciuti in tariffa (Rab), spesso notevolmente inferiore al Vir: una diversità di trattamento illogica, ripetutamente stigmatizzata dall’Anci, al punto che la stessa Autorità propose una modifica specifica che il Ministero non accolse.

Il Mise ha esplicitamente riconosciuto la possibilità per gli enti locali di alienare l’impianto in sede di gara d’ambito, prevedendo la cessione nel bando ma al “prezzo” della Rab.

Ora, se la proposta contenuta nel Ddl concorrenza dovesse essere approvata dal Parlamento, cambierebbe radicalmente la situazione.

La nuova norma prevede infatti che per gli impianti di proprietà degli enti locali o loro società, si applichi lo stesso rimborso dovuto ai gestori uscenti, cioè il "Vir".

Tale norma, però pone immediatamente i comuni e gli Ambiti (Atem) di fronte ad alcune scelte di non poco conto.

Innanzitutto, cosa fare delle (poche) gare in corso?

É da ritenere che dovrebbero essere interrotte, per verificare se alcuni Comuni dell'Ambito fossero interessati a porre in gara anche la vendita del proprio impianto, alle nuove e più favorevoli condizioni.

Ma anche tutti gli altri, nella prospettiva della gara, dovranno valutare gli effetti economici che tale opzione potrebbe comportare, nel medio-lungo periodo, per il patrimonio e le entrate comunali.

Spesso infatti le reti e gli impianti dei comuni sono in gran parte "datati" (realizzati negli anni 70/80), il cui valore (Vir) potrebbe ridursi in pochi anni, sia per il degrado, sia per le inevitabili sostituzioni, con la conseguenza di ridurre il patrimonio e i proventi dei canoni nell'arco di un decennio.

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