Urbanistica

Giorgetti: conti in sicurezza dopo lo stop alla cessione dei crediti fiscali

Bloccata la vendita non solo dei crediti del 110% e bonus facciate ma anche degli aiuti alle imprese contro il caro bollette e quelli legati alla super Ace

di Giuseppe Latour e Marco Mobili

Stop immediato alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura; restano in pista solo le detrazioni. E divieto a tutte le pubbliche amministrazioni di acquistare crediti di imposta scaturiti dalle opzioni di cessione. Il Governo, con il Consiglio dei ministri di ieri, tira giù la saracinesca del mercato dei crediti fiscali. Non sarà un blocco immediato, perché i lavori già avviati avranno ancora a disposizione la possibilità di liquidare i bonus. Ma ci avviciniamo a grandi passi alla fine della tormentata vicenda della moneta fiscale, ormai quasi fuori corso. Nel merito il decreto blocca l'esercizio di tutte le cessioni per tutte le tipologie di bonus edilizi (quindi: superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, facciate, sismabonus, barriere architettoniche). Saranno salvi, in ambito superbonus, le abitazioni unifamiliari per le quali sia stata presentata la Cilas prima dell'entrata in vigore del provvedimento. Per i condomini, invece, si guarderà alla data della delibera e alla Cilas. Per i lavori diversi dal 110%, invece, sarà essenziale avere richiesto il titolo abilitativo o iniziato i lavori prima dell'entrata in vigore del decreto. Per gli acquisti di immobili si guarderà alla data del preliminare o del rogito.

La macchina delle cessioni dei crediti, però, non viene smontata solo dal lato dei bonus edilizi. Saltano anche le prime cessioni di tutti i bonus energia, dei crediti per la ristorazione, di quelli legati alla super Ace, dei bonus per le imprese turistiche e per le agenzie di viaggio. Ancora: l'esecutivo fa tabula rasa di tutti i riferimenti alla cessione dei crediti nelle norme sull'efficientamento energetico degli immobili. Sul fronte degli acquisti degli enti pubblici arriva l'atteso divieto, anticipato ieri dal Sole 24 Ore. Tutte le pubbliche amministrazioni, comprese nell'ambito di un perimetro molto ampio, non potranno essere cessionarie di crediti di imposta legati ai bonus casa. L'obiettivo di questi interventi viene esplicitato dalla nota che chiude il Cdm, che spiega come le cessioni hanno avuto «potenzialità negative sull'incremento del debito pubblico». Lo dice chiaramente il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti: «Interveniamo sulla cessione dei crediti d'imposta che ammontano direi a 110 miliardi, questo è l'ordine di grandezza che deve essere gestito, l'obiettivo è dare la possibilità di gestirlo».

I crediti di imposta - ha detto ancora il ministro - «hanno prodotto anche benefici per alcuni cittadini, ma hanno posto alla fine in carico a ciascun italiano duemila euro a testa. Questo il bilancio di questa esperienza». Così, ora si tira una riga, con l'obiettivo di sbloccare la massa di crediti incagliati e rimettere il sistema in sicurezza: «È fondamentale che si riattivi la possibilità da parte degli intermediari finanziari dell'acquisto dei crediti, bloccato per l'incertezza normativa che noi in questo decreto risolviamo». A questo punto, per Giorgetti, che ha citato anche le parole di Draghi sulle cessioni, «vengono meno gli alibi. Serve agire di concerto, di sistema, per risolvere questo bubbone che si è creato».

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