Urbanistica

Giovannini: «Commissari anche per per le opere del Recovery Plan»

Alla sua prima uscita parlamentare, il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili offre numerose indicazioni del percorso che intende seguire per velocizzare le opere strategiche

di Giorgio Santilli

Avanti tutta con i commissari straordinari per le opere pubbliche. Non solo per i primi 58 interventi che valgono 65-70 miliardi già indicate nel primo elenco su cui deve pronunciarsi a giorni il Parlamento e su cui c’è l’urgenza «per dare con la massima rapidità lavoro a chi ne ha bisogno», ma anche per un secondo elenco da preparare entro il 30 aprile. Servono, però, anche altre misure «per velocizzare le procedure», i commissari non bastano. E sul Recovery Plan solo un guizzo: «Non sono escluse riallocazioni di risorse fra le diverse missioni in funzione della fattibilità dei diversi progetti». Una riscrittura profonda, quindi.

Alla sua prima uscita parlamentare, il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, offre numerose indicazioni del percorso che intende seguire per velocizzare le opere strategiche. Soprattutto quelle del Recovery Plan. Conferma la lista delle 58 opere da commissariare mandata in Parlamento da Paola De Micheli e Giuseppe Conte, ma - alle nuove forze di maggioranza, Lega e Forza Italia, che chiedono «discontinuità», e alle Regioni scontente per il metodo seguito finora - promette una nuova infornata di commissari con una seconda lista da varare entro il 30 giugno, come previsto dal decreto legge semplificazioni. «Per arrivare in tempo a firmare il Dpcm a quella scadenza - dice il ministro - il mio ministero dovrà preparare l’elenco già al 30 aprile, proprio mentre invieremo a Bruxelles il Piano nazionale di ripresa e resilienza».

L’accostamento fra commissari e Recovery Plan è tutt’altro che fortuito visto che in altri passaggi dell’audizione, Giovannini ricorda che «nomineremo i commissari soprattutto per le opere strategiche che fanno parte del Pnrr e dell’allegato infrastrutture al Def da varare sempre ad aprile».

Il ministro ammette l’esigenza di rafforzare il legame fra opere commissariate e disegno strategico complessivo nonostante elenchi puntigliosamente le opere del primo elenco già inserite nel Def 2020 e nel Pnrr. Il leghista Edoardo Rixi giura lealtà alla maggioranza e al governo, nonostante le sfasature della lista, ma incalza pungente: «Ci sarebbe piaciuta una riflessione sui corridoi europei». Dà comunque tempo al ministro per rimediare al caos e ai buchi degli ultimi mesi del governo Conte 2, anche in questo campo. È il difficile esercizio di equilibrio fra continuità e discontinuità, prova che il ministro supera abilmente.

Giovannini incassa infatti un sostanziale via libera sul parere delle commissioni e rassicura che rimedierà con la seconda lista, anche nel rapporto con le Regioni. «Ho già incontrato Bonaccini», rivela a questo proposito. Sottolinea che si tratterà di interlocuzione, «non di concerto». E propone a tutti uno scambio «non tecnico, ma politico»: chiudiamo in fretta questo primo elenco e poi andremo avanti con maggiore collaborazione. E «rapidità»: parola che echeggia numerose volte. Solo su un’opera del primo elenco fa eccezione: la strada Ragusana per cui una convenzione e una delibera Cipe impegnavano il governo a nominare commissario il presidente della regione siciliana, Musumeci. Le opere della lista scendono dalle iniziali 59 a 58. Difende invece i commissari che hanno procedimenti giudiziari in corso per attività inerenti alle loro funzioni.

Sul Recovery, quello del ministro è solo un lampo quando fa capire che sarà possibile uno spostamento di risorse da una missione all’altra: riscrittura profonda, se intacca anche i pilastri della ripartizione di risorse fra missioni. Torna invece varie volte sul tema della velocizzazione delle procedure: sì ai commissari, ma non bastano. «Il ministero è impegnato a stimolare tutte le azioni possibili, interne al ministero ma anche in altre amministrazioni, che consentano di velocizzare procedure che fino adesso non sono state attuate nei tempi previsti». Anche qui Giovannini fa capire che ha già cominciato a lavorare. Per esempio quando dice di aver incontrato i ministri Cingolani e Franceschini per rimediare alle lentezze delle Via/Vas e delle autorizzazioni che fanno capo al ministero della Cultura.

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