Appalti

Gli accordi quadro diventano un caso: gare per miliardi in attesa di cantieri

Bianchi (Ance): tempi biblici e richiesta di requisiti sprorporzionati. Anas: in corso 1.156 interventi di manutenzione programmata per 2.356 milioni

di Mauro Salerno

Due miliardi di nuove gare Anas soltanto nel 2020. Ma il conto è molto più alto se si allarga lo sguardo agli anni precedenti e alle altre stazioni appaltanti, come le autostrade e le grandi città. Stiamo parlando degli accordi quadro, lo strumento preferito dalle amministrazioni quando c'è da mettere in gara lavori di manutenzione e riparazione o servizi di verifica e controllo sulle infrastrutture. Il motivo è presto detto. Si fa una sola grande gara, spesso per centinaia di milioni (ma talvolta si supera anche il miliardo di euro), magari divisa in lotti, e si trovano le imprese vincitrici da chiamare alla bisogna.

Il problema, dicono le imprese critiche verso questa comoda formula di affidamento è che a volte, i lavori davvero messi in cantiere rispetto si rivelano di peso molto inferiore a quello promesso con il bando di gara.

L'Anas, per esempio, fa sapere di aver aggiudicato oltre 240 lotti e stipulato oltre 100 lotti di manutenzione programmata tra il 2018 e il 2020. E ribatte alle accuse di annunciare bandi invece che l'apertura di cantieri ricordando che a partire dal 2020 è stato dato il via a 775 interventi di manutenzione programmata per un importo di 1,5 miliardi. In tutto sono in corso 1.156 cantieri di questo tipo per un controvalore di 2.356 milioni di euro. A questi si aggiungeranno altri 868 interventi nel corso del 2021 per un valore di 2,3 miliardi, di cui il 37% al Sud. In tutto gli investimenti pianificati dalla Spa delle strade per la manutenzione tra il 2020 e il 2021 ammontano così a 4.656 milioni.

La contestazione che le imprese muovono agli accordi quadro è che il passaggio dagli annunci al cantiere è ancora più problematico che con le forme di appalto tradizionale. «Con gli accordi quadro – attacca Edoardo Bianchi, vicepresidente Ance, con delega alle opere pubbliche – al classico schema fatto di bando aggiudicazione e contratto, si aggiungono i vari accordi attuativi che servono ad avviare i lavori». Ancora tempo che passa. E ci sono casi come la Bari-Brindisi-Lecce (178 milioni) o la Tangenziale di Foggia (90 milioni) che attendono ancora il passaggio dalla carta della Gazzetta Ufficiale al cancello del cantiere.

L'altra obiezione riguarda lo sbarramento all'ingresso e l'impegno finanziario richiesto ai concorrenti. «Bandire un accordo quadro da centinaia di milioni – spiega Bianchi – significa chiedere alle imprese requisiti di partecipazione commisurati a quell'importo. Lo stesso vale per le fideiussioni. Mentre non è per nulla detto che poi arrivino alle imprese realmente opere di quell'importo in poco tempo».

Mentre prova ad avanzare sulla manutenzione l'Anas annuncia un'accelerazione sul fronte delle nuove opere. La Spa dselle strade ricorda che sono in corso 49 interventi per un controvalore di 3.936 milioni di cui il 74% al Sud. Tredici di questi cantieri (per 1.455 milioni) sono stati consegnati nel 2020, uno (per 106 milioni) quest'anno. Se la tabella di marcia sarà rispettata nel 2021 saranno consegnati altri 29 interventi per 2.452 milioni, portando il totale delle nuove opere in corso a quota 78 cantieri per 6.388 milioni di investimento complessivo.

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