Imprese

Green pass, Ance: estendere la possibilità di sospendere e sostituire il lavoratore sprovvisto

E poi: obbligo della comunicazione della mancata certificazione e "scudo" nei confronti del committente

di Massimo Frontera

Rendere obbligatoria per il lavoratore sprovvisto di green pass la comunicazione all'azienda con "congruo anticipo"; estendere a tutte le imprese la possibilità, oggi prevista solo per quelle fino a 15 addetti, di sospendere il lavoratore senza certificazione dopo tre giorni (con possibilità di assumere personale sostitutivo); tutela dell'impresa nei confronti della committenza per le conseguenze sull'appalto derivanti dal mancato possesso del green pass da parte dei lavoratori; conoscere la "natura" del green pass rilasciato al lavoratore.

Queste, in sintesi, le richieste che l'Associazione dei costruttori vorrebbe inserite nel decreto legge n.127/2021 sul Green pass, pubblicato sulla Gazzetta dello scorso 21 settembre, e ora all'esame del Parlamento per la conversione. Una delegazione dei costruttori edili è stata ascoltata proprio oggi al Senato - dove il provvedimento è in prima lettura - presso la commissione Affari Costituzionali, dove appunto i costruttori hanno spiegato le loro ragioni. Le motivazioni, in estrema sintesi, solo legate alle peculiarità della produzione edilizia e alle esigenze logistico-organizzative dell'attività di cantiere.


L'obbligo per il lavoratore di comunicare all'azienda di essere senza green pass, chiedono i costruttori, dovrebbe essere «introdotto in maniera esplicita» con il vincolo di farlo «con congruo preavviso, comunque non inferiore a 2 giorni lavorativi, rispetto all'inizio della prestazione lavorativa in un determinato arco temporale (es. settimanale)». In questo modo l'impresa potrebbe «fronteggiare con un minimo di preavviso le difficoltà organizzative derivanti dall'eventuale assenza del green pass per uno o più dipendenti». Andrebbe inoltre estesa a tutta la platea delle imprese la norma che oggi consente alle sole imprese fino a 15 addetti di sospendere i dipendenti senza green pass fin dal terzo giorno di assenza ingiustificata, e di poterli sostituire con lavoratori assunti a tempo determinato e/o lavoratori in somministrazione. Contestualmente, i costruttori vorrebbero anche "sblindare" tutti gli attuali limiti all'impiego del lavoratore assunto in sostituzione.

Non è tutto. I costruttori chiedono anche una sorta di manleva che li esoneri dalle conseguenze del mancato rispetto del contratto nei confronti del committente per cause riconducibili ad assenze di manodopera sprovvista di green pass. Più esattamente, l'Ance chiede «di introdurre un'apposita disposizione che sollevi l'impresa da eventuali responsabilità per inadempimento nei confronti del committente qualora si verifichi un ritardo nell'esecuzione dei lavori causato dall'assenza di uno o più lavoratori (dell'impresa affidataria o dell'impresa subappaltatrice) per mancato possesso del green pass».

Anche nel caso in cui il lavoratore sia in possesso del green pass, i costruttori chiedono di essere autorizzati a conoscerne la "natura", se cioè il certificato è stato rilasciato dopo un vaccino o dopo un tampone negativo. Nel secondo caso è comprensibile una maggiore difficoltà sull'organizzazione delle lavorazioni in cantiere. L'Ance chiede poi una «specifica previsione normativa o chiarimento ministeriale e di concerto con l'Autorità Garante per la protezione dei dati», per consentire all'impresa di «organizzare al meglio l'attività, riducendo, in parte, gli adempimenti e gli oneri di verifica posti a suo carico».

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