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I controlli sulle certificazioni Covid-19 da parte della Corte dei conti

di Luciano Fazzi (*) - Rubrica a cura di Ancrel

Come da comunicato inserito nella Gazzetta Ufficiale n. 259 del 5 novembre 2022, in data 18 ottobre è stato pubblicato il decreto n. 242764 del ministero dell'Economia e delle finanze, di concerto con il ministero dell'Interno relativo alla certificazione dei fondi Covid-19 per l'anno 2022.

Infatti la certificazione che gli enti beneficiari delle risorse di cui all'articolo 106 del decreto legge 19 maggio 2020 n. 34, all'articolo 39, comma 1, del decreto legge 14 agosto 2020 n. 104, e all'articolo 1, comma 822, della legge 30 dicembre 2020 n. 178, confluite in avanzo vincolato al 31 dicembre 2021,dovranno presentare tassativamente entro il prossimo 31 maggio 2023, rappresenta l'ultimo adempimento di una serie di certificazioni le cui risultanze saranno riportate all'interno di uno specifico decreto interministeriale (Interno/Mef) che dovrà essere adottato entro il 31 ottobre 2023 previa intesa in Conferenza Stato Città ed Autonomie Locali . Il decreto già previsto all'articolo 106 della Dl 34/2020, e riconfermato nella Legge di bilancio 2023, consentirà di effettuare una verifica a consuntivo della perdita di gettito e delle maggiori spese che gli enti locali hanno dovuto sostenere a seguito dell'emergenza legata alla crisi pandemica e tenuto conto delle risorse trasferire dallo Stato per garantire le funzioni fondamentali degli enti locali o a ristoro specifico di entrate o spese. Gli enti che risulteranno assegnatari di risorse in eccesso rispetto all'importo assegnato dovranno provvedere al riversamento delle risorse non utilizzate per le finalità consentite. Ecco perché la normativa non consente, almeno fino ad oggi, di poter utilizzare gli eventuali «avanzi Covid» che confluiranno nel risultato di amministrazione 2022 a differenza di quanto è accaduto negli esercizi precedenti.

Tuttavia il decreto ministeriale rischia di non essere "l'ultimo atto" sull'utilizzo dei fondi ministeriali proprio perché negli ultimi mesi del 2022 la Corte dei conti Toscana ha inviato ad un certo numero di enti della regione (che risultano complessivamente beneficiari di circa l'80% dei Fondi Covid affluiti in Toscana) un corposo questionario per «analizzare l'entità dei fondi Covid erogati agli enti locali, il loro impatto sui bilanci degli esercizi 2020 e 2021 e la correttezza del loro utilizzo». L'attività istruttoria della Corte Toscana terrà in debita considerazione anche le relazioni dell'Organo di revisione sui rendiconti 2020e 2021, le informazioni contenute nelle certificazioni relative alle due annualità oggetto di verifica, nonché «ulteriori elementi di indagine legati alla specificità della normativa emergenziale e alla sua corretta applicazione nella fase programmatoria, gestionale e di rendicontazione».

Il questionario il cui invio doveva essere effettuato entro il 20 gennaio u.s., era suddiviso in quattro sezioni:
• la prima contenete richieste atte ad individuare gli elementi informativi legati alle certificazioni Covid per gli anni 2020 e 2021 utili a definire i trasferimenti effettuati dallo Stato per le finalità emergenziali;
• la seconda sezione comprende approfondimenti sugli elementi contenuti nelle citate certificazioni;
• la terza sezione è tesa alla ricostruzione del raccordo tra le certificazioni ed il risultato di amministrazione;
• l'ultima sezione mira ad analizzare la corretta applicazione delle disposizioni emergenziali.

Tra le domande più "insidiose" la richiesta di relazionare circa le «modalità di individuazione degli impegni aggiuntivi nell'esercizio per fare fronte all'emergenza pandemica», se «la correlazione tra la spesa impegnata e le finalità emergenziali sia stata individuata nel corso della gestione ovvero sia stata definita in corso di rendicontazione/certificazione», sulle «modalità operative seguite dall'ente per l'individuazione delle fattispecie previste del legislatore e per la materiale assunzione degli impegni di spesa con riferimento agli interventi sostenuti a valere sui fondi erogati per specifici ristori di spesa», se con riferimento «alle contribuzioni statali ricevute a compensazione di minori entrate vincolate (proventi contravvenzionali) o con specifica finalizzazione (Tari) l'ente abbia provveduto alla specifica destinazione di legge o al corretto impiego per le necessità derivanti dalla copertura del servizio».

In buona sostanza la Corte Toscana va ben oltre i controlli formali effettuati dal ministero sulle certificazioni e c'è da chiedersi cosa accadrà nel caso in cui riscontri un non corretto utilizzo dei Fondi Covid; verrà richiesto di vincolare ulteriori somme? dovranno essere riviste le certificazioni già inviate? I "conguagli" del decreto ministeriale del 31 ottobre potranno essere rivisti?.

A oggi non abbiamo informazioni in merito, ma certo si dovrà considerare che, soprattutto nel 2020, le prime indicazioni operative sull'utilizzo del fondo Covid sono arrivate solo a fine anno con la pubblicazione delle prime bozze della certificazione quando ormai le risorse erano già state spese.

Non resta che aspettare le prime pronunce.

(*) Membro Comitato Esecutivo Ancrel

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