Fisco e contabilità

I fondi per asili e servizi sociali mandano in fuorigioco i preventivi

Scadenza contemporanea al 31 marzo per quote welfare e chiusura dei bilanci

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di Marco Allegretti

Molti enti si trovano alle prese con una difficile chiusura del bilancio di previsione 2022/2024, rinviata al 31 marzo. Mentre i problemi derivano – come sempre – da spese in crescita a fronte di entrate pressochè bloccate, una delle principali fonti di finanziamento della parte corrente del bilancio resta il fondo di solidarietà. Ma come fare a quantificarlo precisamente? La quota «base», dopo l’accordo in Conferenza Stato-Citta del 22 dicembre, è stata pubblicata sul sito della finanza locale (NT+ Enti Locali & Edilizia del 20 gennaio); per le quote specifiche invece si rischia il cortocircuito con i termini di deposito degli schemi di bilancio da approvare. Si dovrà infatti attendere il 28 febbraio per il riparto delle due nuove quote definite dalla legge di bilancio 2022: potenziamento asili nido e del trasporto scolastico di studenti disabili. E addirittura il 31 marzo per la definizione degli obiettivi di servizio per l'utilizzo delle risorse da destinare al finanziamento e allo sviluppo dei servizi sociali.

L'introduzione di quote del fondo di solidarietà distribuite per il raggiungimento di livelli di spesa in linea con i fabbisogni standard è iniziata con la legge di bilancio del 2021. In particolare, da una parte resta una quota (che potremmo definire «base») ripartita in parte su base storica e in parte in base al rapporto fra capacità fiscali e fabbisogni standard; quest’ultima è pari al 60% nel 2022 e vedrà una crescita annua del 5% fino a raggiungere il 100% nel 2030. Dall’altra parte, invece, le sono state affiancate una serie di quote di trasferimento «specifiche», più orientate al raggiungimento di livelli di spesa di alcuni servizi in linea con gli standard nazionali.

Su quest’ultimo fronte la partita è iniziata nel 2021 con la voce destinata allo sviluppo dei servizi sociali, che ha trovato attuazione con il Dpcm del 1° luglio 2021. Con il 2022 sono invece introdotte due ulteriori quote: una rivolta a incrementare il numero dei posti negli asili nido (in proporzione alla popolazione ricompresa nella fascia di età da 3 a 36 mesi) fino al raggiungimento di un livello minimo; l’altra finalizzata a incrementare il numero di studenti disabili frequentanti la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, privi di autonomia a cui viene fornito il trasporto per raggiungere la sede scolastica.

La scadenza per il riparto delle due nuove quote (posti al nido e trasporto scolastico dei disabili) è fissata al 28 febbraio per quest’anno. Una data che, già di per sé, potrebbe mandare in tilt i bilanci depositati e non ancora approvati (e con loro i responsabili dei servizi finanziari che li hanno predisposti), qualora fosse comunicato un importo non in linea con quello ipotizzato.

Ancora peggiore è quella del 31 marzo prevista per l’identificazione degli obiettivi di servizio e le modalità di monitoraggio, per definire il livello dei servizi offerti e l’utilizzo delle risorse da destinare al finanziamento e allo sviluppo dei servizi sociali.

La speranza di tutti gli operatori è quella di avere quanto prima queste informazioni, così da poter elaborare un bilancio che non debba essere aggiornato poco dopo la sua approvazione o, peggio ancora, emendato prima del via libera finale per allinearlo ai decreti attuativi.

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